Il Concorso Scuola 2016 è iniziato da pochi giorni, ma continuano le polemiche e le contraddizioni. È arrivata ieri la sentenza del Consiglio di Stato (CdS) che ha approvato le richieste di tre ricorrenti e con la quale ha praticamente capovolto la decisione del TAR del Lazio di pochi giorni fa; e se venissero ammessi tutti i docenti non abilitati che hanno presentato il ricorso il rischio sarebbe l’annullamento del Concorso o, per lo meno, la ricalendarizzazione delle prove. Sono tre in tutto i docenti che, con diverse ordinanze, il CdS ha ammesso con riserva alle prove concorsuali: tra questi un laureato e un diplomato magistrale a indirizzo linguistico, entrambi senza abilitazione e la forbice potrebbe allargarsi a tutti i venticinquemila ricorrenti.

I docenti ammessi con riserve, chiaramente, potranno accedere alla prova solo se muniti del decreto cautelare da parte dei giudici. Resta ora da capire se questi docenti riusciranno ad essere inseriti nelle prove attraverso una ricalendarizzazione entro il 31 maggio. Inoltre, il rischio maggiore potrebbe essere l’annullamento della prova.

Le parole di Marcello Pacifico e la ricalendarizzazione delle prove

Annullamento o ricalendarizzazione? Certamente, la sentenza del CdS ha messo a dura prova il Concorso Scuola 2016. L’Anief, attraverso le parole del presidente Marcello Pacifico, ha richiesto al Ministero dell’Istruzione un nuovo programma delle prove con il quale inserire tutti i ricorrenti anche nei casi in cui le prove siano state già svolte e senza aspettare tutte le sentenze da qui fino alla fine maggio; in caso contrario il giovane sindacato porterà avanti le battaglie legali, una dopo l’altra, fino a che tutti i ricorrenti non potranno beneficiare dei provvedimenti cautelari di ammissione alle prove concorsuali.

Nei gli ultimi giorni, abbiamo assistito a diverse decisione dei giudici che hanno portato all’ammissione al Concorso Scuola 2016 di molti docenti precari della provincia di Trento, degli insegnanti tecnico pratici e di alcuni docenti di ruolo esclusi. Tutte queste sentenze, certamente, minano la legittimità costituzionale della Legge 107/2015 e invocano l’annullamento del Concorso; per ora, però, basterebbe una ricalendarizzazione.