La notizia del giorno non poteva che essere il decreto Poletti sulle Pensioni che rende attuativa la norma contenuta già nella legge di stabilità e che predispone un part-time agevolato per quei lavoratori del settore privato a cui mancano tre anni per raggiungere il requisito pensionistico della legge Fornero. Occorre dire immediatamente che il provvedimento convince poco, sia perché sembra essere molto limitato (la platea massima sarebbe di circa 380mila lavoratori) sia perché la persona che lo accettasse dovrebbe comunque rinunciare ad una parte di stipendio.

Il guadagno per il lavoratore, dunque, sarebbe relativo. Un altro commento giunge dalla UIL, che, dati alla mano, spiega come questa misura penalizzi le donne. Insomma, la prima misura di riforma delle pensioniemanata dal governo Renzi non sembra avere l'appeal che forse si attendeva.

Come funziona il decreto Poletti sulle pensioni: ultime news oggi 14 aprile

Secondo quanto previsto dal decreto Poletti sulle pensioni, potranno accedere al part-time agevolato tutti i lavoratori del settore privato che presenteranno i seguenti requisiti: meno di tre anni dal raggiungimento dell'età pensionistica, prevista dalla legge Fornero, alla data del 31 dicembre 2018 e almeno 20 anni di contribuzione. Il lavoratore, allora, potrà concordare con l'azienda per la quale svolge la sua mansione una riduzione oraria tra il 40 e il 60% e riceverà in busta paga la retribuzione per il suo part-time con in aggiunta i contributi previdenziali della parte di orario che non lavora; lo Stato, da parte sua, versa la contribuzione figurativa in maniera tale da permettere al lavoratore di non intaccare la sua pensione futura.

In parole semplici, il lavoratore guadagnerà meno per un triennio, ma riceverà la pensione come se avesse lavorato a tempo pieno anche gli ultimi anni. Le risorse a disposizione saranno di circa 240 milioni di euro per il prossimo triennio, cifra forse un po' troppo bassa qualora le richieste dovessero essere molte.

I commenti sul decreto Poletti sulle pensioni: ultime novità oggi 14 aprile

I primi commenti al decreto Poletti sulle pensioni sono stati più o meno concordi nel ritenere la misura poco incisiva, con poco appeal per i lavoratori e che, soprattutto, non risolve il grande problema dell'uscita flessibile dal mondo del lavoro. Concordano su questo punto sia Confesercenti che i sindacati.

La UIL, in particolare, sottolinea come questo strumento, già di per sé ritenuto poco efficace, rischi di escludere le donne, in quanto nel giro di pochi anni i requisiti pensionistici di uomini e donne saranno equiparati: le donne nate nel 1951 (che raggiungerebbero il requisito per il part-time) sono già uscite grazie alla finestra mobile del 2012, quelle nate nel 1952 possono uscire già quest'anno, mentre quelle nate nel 1953, a causa dell'innalzamento dell'età pensionistica, non potranno accedere al part-time. Il discorso vale particolarmente per le donne, ma anche per gli uomini: perché nel 2018 è previsto, come conseguenza della riforma pensioni Fornero, un nuovo aumento dei requisiti anagrafici. Per aggiornamenti sul part-time e le polemiche e i commenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.