Adesso è Enrico Morando, vice ministro dell'Economia, a sostenere che la nuova riforma sulle pensioni sarà sviluppata entro il 2016. In vista della sessione di bilancio e praticamente nei prossimi mesi il Governo varerà la riforma previdenziale nella futura legge di Stabilità. In passato Morando aveva speso parole di chiusura sulla flessibilità mentre adesso si è sbilanciato dichiarando che nel prossimo autunno ci saranno novità.
Il tanto auspicato tavolo di confronto ci sarà e le parti sociali potranno dialogare. Non appena il governo sarà in grado di avere dati significativi si procederà tenendo presente che, secondo Morando, la proposta di Damiano non ha molte chance di andare in porto. Bisognerà quindi trovare nuove soluzioni che consentano alla riforma di essere accolta da tutte le parti sociali.
I precoci
Durante la manifestazione, che si è tenuta il 22 aprile a Roma davanti al MEF, Vera Lamonica della CGIL ha ricordato che i lavoratori precoci chiedono di andare in pensione con 41 anni di contributi. I precoci sono lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovanissima età e, tantissimi di essi, hanno fatto lavori usuranti o comunque gravosi e faticosi.
Anche se oggi sono "relativamente giovani" questi lavoratori si vedono costretti a lavorare oltre i 42 anni di servizio. La segretaria Confederale ha dichiarato che, per questo motivo, 41 anni sono più che sufficienti.
Boeri
Secondo Tito Boeri, passando dal sistema retributivo al sistema contributivo è avvenuta una rivoluzione culturale importantissima perché la pensione prima era misurata alle ultime contribuzioni mentre adesso col sistema contributivo conta tutta la storia. Le buste arancioni servono a dare ai lavoratori la percezione di quello che sarà il loro futuro pensionistico. Quello che è importante per i giovani è capire quanto sia importante versare i contributi quando si è giovani. Le regole sono tali che i primi anni contano davvero tantissimo nelle Pensioni future e bisogna essere consapevoli di questo.