La durata della Naspi per i lavoratori stagionali è una querelle che continua a tenere banco anche in parlamento, oltre che nelle piazze dopo la protesta dei lavoratori del settore che non avrebbero gradito le riduzioni introdotte dalla nuova riforma sugli ammortizzatori sociali.

Sono state presentate ben tre risoluzioni presso la Camera dei Deputati che sono state già discusse presso le commissioni competenti e che portano la firma del Movimento 5 Stelle, della Lega Nord e del Pd. La risoluzione che porta la firma del deputato Pd, Arlotti, mira ad estendere il periodo della fase transitoria di applicazione del nuovo regime della Naspi per i lavoratori stagionali.

Nella risoluzione si prospetta anche la possibilità che l'indennità venga erogata solo a coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento, con la possibilità che questi lavoratori possano anche essere impiegati in lavori di pubblica utilità.

Con l'introduzione della Naspi, i lavoratori stagionali sono stati equiparati agli altri lavoratori subordinati, potendo godere dei benefici dell'indennità di disoccupazione per la metà delle settimane per le quali si sono versati i contributi. I lavoratori stagionali notoriamente lavorano alternando sei mesi di impiego a sei mesi di inattività per la peculiarità del lavoro esercitato legato a determinate stagioni dell'anno.

I lavoratori chiedono il ripristino del vecchio regime

La normativa vigente fino al 2014 di fatto consentiva ai lavoratori stagionali di percepire una indennità di disoccupazione pari ai mesi lavorati, riconoscendo, appunto, la peculiarità dell'attività della categoria. Con il nuovo regime, i lavoratori stagionali rischiano di rimanere senza indennità per tre mesi l'anno.

Un decreto legislativo del 2015 ha di fatto introdotto una fase transitoria che consentirà a chi è stato assunto prima del primo gennaio del 2016 di potere beneficiare ancora del vecchio regime, ma per coloro che verranno assunti con il nuovo anno il problema si presenterà in tutta la propria drammaticità. Le altre due risoluzione presentate in parlamento mirano proprio a riconoscere la peculiarità dell'attività stagionale, ripristinando il vecchio regime.