Anche il terzo incontro in agenda tra i rappresentanti del Governo ed i Sindacati è finito senza novità di rilievo sull’APE. L’anticipo pensionistico preparato dal Governo resta sempre la soluzione che probabilmente finirà nella Legge di Stabilità, alla voce Previdenza. Nessun accenno a revisione della Legge Fornero e superamento dei suoi vincoli in termini di requisito. Però, sembra che l’argomento del giorno non sia stato l’APE, anzi, di questo, pare non si sia parlato proprio. Il Governo continua a spingere l’acceleratore sul suo progetto di flessibilità.

Poletti e Nannicini al termine dell’incontro

Subito dopo il summit, alcune indiscrezioni sui contenuti di questo ennesimo confronto sono venute da due noti rappresentanti del Governo, il Ministro del Lavoro Poletti ed il sottosegretario Nennicini. Per Poletti, l’APE renderà uguali tutti i cittadini, perché sarà utilizzabile da operai, impiegati, statali ed autonomi. L’attenzione del Governo è quella di smussare gli angoli del provvedimento, rendendo meno aspra la rata da restituire, soprattutto per quelli con redditi più bassi. Si cercano correttivi all’APE, soprattutto quelli fiscali, perché per lo Stato, accollarsi parte del prestito è ancora oggi impraticabile per via delle scarse disponibilità finanziarie.

Questo è quanto ha spiegato il Sottosegretario Nannicini, che ha confermato il lavoro per rendere agevolato l’accesso ai più deboli, senza costi eccessivi per lo Stato e riducendo il peso della rata per i pensionati. Le soluzioni al vaglio sono sempre le stesse, l’utilizzo della previdenza complementare (RITA) e le detrazioni fiscali da assegnare ai pensionati.

Proprio sulle detrazioni sembra prendere piede l’idea di renderle tali da azzerare l’intera rata per lavoratori usuranti, disoccupati senza speranza di nuova occupazione, donne impegnate in lavori di cura della famiglia, insomma, soggetti in difficoltà. Detrazioni che naturalmente non andrebbero per niente a soggetti con alti redditi e che escono volontariamente dal lavoro.

Secondo i Sindacati, l’APE interessa solo il Governo

Le notizie che trapelano parlano anche di una certa soddisfazione da parte dei Sindacati, contenti innanzi tutto del fatto che non si è arrivati ad una rottura, ma anzi, il Governo ha accettato di parlare anche degli altri temi previdenziali, quelli che secondo loro vanno affrontati e che l’APE non risolve. Per la UIL e per il suo Segretario Nazionale Barbagallo, l’APE interessa il Governo, non i lavoratori, tanto è vero che oggi l’argomento è stato il lavoro usurante, le ricongiunzioni onerose, quota 41, la salvaguardia esodati e la distinzione tra assistenza e previdenza. Il pensiero dei lavoratori infatti verte proprio su questi temi caldi che fanno parte della Previdenza e che non possono essere lasciati stare, sacrificati sull’altare dell’APE, che serve solo per evitare spese ingenti per lo Stato e magari per aumentare i clienti delle banche.

Anche la Camusso, per la CGIL è sulla stessa linea di Barbagallo, conscia come è che anche oggi, “non si è fatto nessun passo avanti verso una soluzione, ma anche nessun passo indietro”. Sempre il Segretario della CGIL ha anche sentenziato che nel summit non si è parlato di APE “perché non siamo l’ufficio mutui”, con un accenno polemico proprio sull’APE e sull’ingresso delle banche nel sistema previdenziale nostrano.