È stato fissato per venerdì 29 luglio, l'incontro con i sindacati per discutere le nuove misure inerenti il sistema pensionistico stravolto nel 2012 dall'introduzione della Legge Fornero. I punti cardine riguarderebbero la flessibilità in uscita e i lavoratori precoci per una probabile introduzione delle misure nella Legge di Stabilità 2017.

Venerdì 29 luglio l'incontro con i sindacati

All'incontro saranno presenti anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini che tuttora resta concentrato sulle misure da apportare alla vecchia normativa al fine di concedere una maggiore flessibilità in uscita.

Il tavolo di confronto, servirà anche a quantificare le risorse che potrebbero essere utilizzate per le nuove misure. Si tratta di una cifra che si aggira tra i 500 e i 700 milioni di euro che l'esecutivo avrebbe già stanziato; una cifra molto bassa che, secondo i sindacati dovrebbe arrivare a circa 2 miliardi di euro.

I sindacati pronti a chiedere misure per opzione donna ed esodati

Le parti sociali Cgil, Cisl e Uil, che saranno parte attiva del confronto, infatti, chiedono lo stanziamento di una cifra più cospiscua al fine di intervenire anche sui lavoratori precoci rimasti penalizzati dall'allungamento dell'età pensionabile previsto dalla Fornero, oltre allo stop alle ricongiunzioni onerose che potrebbe facilitare l'accesso alla pensione.

Al centro del dibattito, ci sarà anche la proposta avanzata dai sindacati riguardante un'eventuale proroga dell'opzione contributivo donna e un'ottava e definitiva misura di salvaguardia per tutelare i rimanenti esodati esclusi nelle precedenti misure di tutela.

E non sono mancati i commenti del leader della Uil Carmelo Barbagallo in attesa del confronto con il Governo: "Non voglio essere né ottimista né pessimista.

Il confronto prosegue, ora bisogna definire quali sono le risorse a disposizione. Non mi aspetto che venerdì ci siano risposte alle nostre richieste ma almeno da nostra parte, una formalizzazione dobbiamo farla".

Resta in discussione la bozza relativa al nuova anticipo pensionistico proposto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che potrebbe garantire ai nati tra il 1951 e il 1953 un anticipo dell'età pensionabile di un massimo di tre anni erogando una sorta di mutuo ventennale con l'ausilio delle banche e di istituto di assicurazioni da restituire nel momento in cui vengano raggiunti i requisiti per la pensione piena. Una misura su cui i sindacati non sembrano essere d'accordo.