Secondo quanto viene riportato da Orizzonte Scuola, l'ultimo incontro tra i rappresentanti del Miur e i sindacati sulla 'chiamata diretta' si sarebbe concluso con durissime offese da parte di un tecnico del Ministero. Ma cosa è successo veramente? Il nodo del contendere, a partire dal quale è saltato l'accordo, riguarda la questione dei titoli: già si era sottolineato come la graduatoria mediante 29 titoli fosse un po' eccessiva perché avrebbe costretto i docenti alla corsa alle specializzazioni, ai master, ai corsi di perfezionamento, etc.; la modifica chiesta dal Miur intendeva portare a 46 i titoli a partire dai quali il dirigente scolastico poteva stilare la sua personalissima graduatoria d'istituto in vista del 'concorso' per ottenere la cattedra.

In più – secondo quanto riportato dalla UIL – il senso vero di queste modifiche dell'ultimo minuto era quello di dare nuovamente ampia discrezionalità ai dirigenti scolastici. Insomma, i sindacati si sono sentiti presi in giro: dopo settimane per raggiungere l'accordo, il Miur avrebbe poi cambiato le carte in tavola e le motivazioni, sempre secondo i sindacati, non sono difficili da trovare.

Accordo 'chiamata diretta': il pressing dei presidi e gli scenari

Alcuni giorni fa avevamo segnalato un intervento dell'ANP (Associazione Nazionale Presidi) che si era detta avversa all'accordo raggiunto sulla 'chiamata diretta', in quanto limitava la libertà di scelta per i presidi. Il pressing, dunque, dei dirigenti scolastici deve essere stato molto forte – secondo quanto sostengono i sindacati – al punto tale da convincere il Miur a cambiare la propria proposta e a far saltare un accordo dato oramai per raggiunto.

Nel frattempo, il prossimo incontro è per domani giovedì 14 luglio, ma la situazione sembra essere molto complessa: dopo le durissime parole che sono volate, sembra essere difficile che si possa nuovamente trovare una soluzione. Secondo i sindacati, il governo Renzi ha ripreso la vecchia strategia: mostrarsi aperto alle istanze sindacali e dal basso, per poi decidere comunque per conto suo.

L'unica proposta concreta che giunge è quella della Gilda: dal momento che i tempi sono ristrettissimi, l'unico criterio oggettivo per la 'chiamata diretta' sarebbe il punteggio di mobilità. Lo scenario più prevedibile, comunque, è quello che tutto salti e non si raggiunga l'accordo: in questo modo, il pressing dei presidi raggiungerebbe, secondo i sindacati, il suo scopo, lasciare tutto come previsto dalla legge 107 e cioè piena discrezionalità ai dirigenti scolastici. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.