Addio al TFA. A detta del Miur, sono in arrivo importanti novità in fatto di modalità selezione e reclutamento. Il Piano nazionale di formazione docenti vedrà difatti la sua attivazione il prossimo inverno, e sono molti gli aspiranti docenti che provano a indovinare quel che conterrà. Di seguito illustrati in linea generale i probabili capisaldi della nuova legge delega.

Niente più TFA: nel dettaglio

Cambia il sistema di selezione dei candidati al ruolo di insegnante. A quanto pare il MIUR sarebbe pronto a mettere da parte le vecchie regole in fatto di abilitazione in favore di un più fresco e innovativo programma. Non più TFA, quindi, ma un concorso pubblico al cui superamento i laureati (o diplomati accademici di secondo livello) concorrenti si vedranno subito catapultati nel contesto scolastico. Il periodo triennale di tirocinio si aprirà con una serie di lezioni teoriche ancora in ateneo (primo anno) e avrà seguito nella Scuola di destinazione che farà da sfondo agli altri due di vero e proprio stage.

Il tirocinio prevederà una retribuzione, anche se non è ancora chiaro il suo ammontare.

In ogni caso l'assunzione sarà graduale, e i più non ritengono affatto che risulterà in grado arrestare il dilagare del fenomeno del precariato. Dal canto loro, gli addetti ai lavori quali la senatrice Francesca Puglisi sottolineano come l'abilitazione sia fondamentale per l'evoluzione professionale di un docente, sia essa conseguita mediante TFA o nuove opzioni. Per la Puglisi, senza abilitazione "il miglior laureato in matematica non è il miglior insegnante".

Rispetto al TFA, il Piano si prospetta meno complesso e dispendioso. È senz'altro un cambiamento radicale, che permetterà ai futuri insegnanti di abilitarsi in maniera più approfondita e pragmatica data l'esperienza diretta di lavoro a scuola.

Insomma, l'incubo di infinite preselezioni e selezioni del TFA pare essere finalmente sfumato. Per ulteriori aggiornamenti, clicca sul tasto "Segui" accanto alla firma. Se la news ti è piaciuta, condividila sui social!