I quattro quesiti referendari inerenti la L.107 superano il primo ostacolo del raggiungimento del numero di firme valide per essere approvati. La Corte di Cassazione ha dichiarato valido il numero delle firme utili raccolte dal Comitato per il NO alla Legge 107. Al termine delle operazioni di controllo iniziate lo scorso 7 luglio, data in cui i promotori le hanno depositate, si è levato un grido di gioia tra i membri del comitato stesso per l'esito favorevole.

La palla passa ora alla Consulta che entro il prossimo 15 febbraio dovrà dirci se i quattro quesiti per i quali sono state raccolte oltre 2 milioni di firme sono ammissibili. In caso di risposta affermativa il referendum sulla Scuola si terrà in una domenica della prossima estate. La notizia è stata accolta con entusiasmo specialmente da quei docenti alle prese con le assegnazioni provvisorie per il differimento della presa di servizio. La discrezionalità dei dirigenti scolastici fa paura e limitarne il potere sarebbe positivo.

I quattro quesiti referendari

I quattro quesiti che dovranno superare il vaglio di ammissibilità da parte della Consulta costituiscono il cuore della Legge 107 di riforma scolastica del governo Renzi.

Il primo è quello sull'abrogazione dei finanziamenti alle scuola private, con il conseguente incremento della dotazione di risorse liquide a favore della scuola pubblica. Il secondo riguarda l'eliminazione della discrezionalità assegnata ai presidi di scegliere i docenti. Il terzo quesito chiede di abrogare il comma sull'alternanza scuola-lavoro con il minimo dell'obbligo di frequenza per 200-400 ore. Il quarto quesito verte sull'eliminazione della possibilità conferita ai dirigenti scolastici di scegliere a chi assegnare i bonus premiali.

La norma anti-precari

Tra i quesiti che passeranno alla Consulta manca all'appello quello più insidioso costituito dal comma 131. Se i primi investono direttamente la sfera di interessi dei docenti di ruolo, questo riguarda più da vicino i docenti precari confinati ancora nelle diverse graduatorie.

Mentre l'Europa accoglie una petizione presentata da un coordinamento di precari, continua la battaglia in Parlamento sul fronte dell'eliminazione del comma 131 contro l'accumulo di supplenze oltre i 36 mesi sui posti vacanti e disponibili. Tutte le principali formazioni politiche di opposizione hanno presentato mozioni per eliminare il divieto di cumulo. Tra questi il M5S e la Lega nella persona del Sen. Mario Pittoni. La battaglia per abrogare la 107 continua senza sosta con le iniziative promosse da parlamentari e normali cittadini che hanno contribuito alla raccolta delle firme.