Si punta ad una soluzione tecnica per cercare di risolvere l'annosa questione dei precoci, più volte richiamata all'interno della nostra rubrica "parola ai comitati". Al fianco dell'anticipo pensionistico (APE) il Governo starebbe infatti pensando di garantire uno scivolo previdenziale agevolato per le persone che hanno iniziato la propria attività lavorativa prima della maggiore età e che si sono trovate improvvisamente escluse dai criteri di pensionamento previgenti la Manovra Fornero.
La conseguenza è stata la creazione di uno scalino che ha tagliato fuori dalla tutela previdenziale lavoratori con quattro decenni di contribuzione sulle proprie spalle. La mancanza di un criterio di progressività nell'aumento dei requisiti anagrafici e contributivi ha quindi provocato una vasta area di disagio, al quale l'attuale riforma delle Pensioni sta cercando di porre rimedio. Vediamo insieme quale soluzione si sta prospettando e quali potrebbero essere i vantaggi per i soggetti coinvolti.
Riforma pensioni 2016-17 e lavoratori precoci: ecco le ipotesi sul bonus contributivo
Stante la situazione appena descritta, il dossier dei lavoratori precoci presente sul tavolo tecnico organizzato tra Governo e piattaforma sindacale prevede di garantire dei contributi aggiuntivi in favore di coloro che hanno svolto un'attività lavorativa tra i 14 ed i 18 anni di età.
Il presupposto dovrebbe quindi garantire di conseguire più velocemente gli attuali criteri di pensionamento anticipato, che per i lavoratori precoci corrispondono a:
- 41 anni e 10 mesi di lavoro per le donne;
- 42 anni e 10 mesi di lavoro per gli uomini.
Al centro delle discussioni vi sarebbe l'entità del bonus riconosciuto: attualmente le stime parlano di un range dai 4 ai 6 mesi per ogni anno lavorativo, pertanto l'anticipo massimo di uscita corrisponderebbe a due anni. Il tutto dovrà però passare dalla prova delle verifiche sui conti, perché il capitolo dei provvedimenti in favore dei lavoratori precoci appare tra i più onerosi visto che la platea delle persone penalizzate risulta piuttosto vasta.
Pensioni anticipate, lavoratori puntano ad uscita con quota 41
Al fianco della proposta governativa continuano a restare in essere le richieste dei lavoratori, che chiedono di poter ottenere il pensionamento anticipato indistintamente dai contributi maturati prima dei 18 anni una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione. Vi sarebbe poi da verificare la questione dell'adeguamento all'aspettativa di vita (AdV). Un meccanismo che prevede il progressivo innalzamento sulla base dei principi attuariali di sostenibilità, ma che di fatto sembra allontanare progressivamente la possibilità di ottenere la quiescenza al passare del tempo, se si considera l'opzione del mero requisito contributivo. È chiaro che l'attuale meccanismo di calcolo appare comunque eccessivamente penalizzante, pertanto si starebbe pensando all'imposizione di un livello massimo di anzianità oltre il quale nessun adeguamento sarebbe più richiesto.
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