Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 15 settembre si riferiscono alla situazione relativa ai lavoratori precoci e alle dichiarazioni di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro del governo Renzi. Si va verso il gran finale, con l'appuntamento del 21 settembre tra sindacati e governo che si preannuncia una pietra miliare per la risoluzione della questione delle Pensioni dei precoci, mentre, a rigor di logica, sembra sostanzialmente chiuso ogni discorso sulla pensione anticipata per il 2017, con l'anticipo pensionistico che dovrebbe rimanere, nella forma, sostanzialmente inalterato da qui ai prossimi confronti.

Pensioni, costi alti per i lavoratori precoci secondo il ministro Poletti

Le ultime notizie sulle pensioni ci riportano in primo piano la diatriba su quota 41 per i lavoratori precoci. I costi, per un tale provvedimento, sono troppo alti, come confermato dal ministro Poletti nella giornata di ieri, dunque, salvo colpi di scena dell'ultimo minuto, sarà praticamente impossibile vedere una tale misura all'interno della prossima Legge di Stabilità, dove sarà inserito il pacchetto previdenziale.

Sempre per quanto riguarda le pensioni dei lavoratori precoci, il ministro del Lavoro, di fatto, non ha chiuso la porta in maniera definitiva, sottolineando come nel corso dei prossimi giorni occorrerà fare i conti per capire quali misure più idonee poter proporre ai sindacati per la categoria in questione nel confronto del prossimo 21 settembre.

Mancano 6 giorni, l'attesa è già palpabile.

Al centro di tutto rimane, come noto, il bonus contributivo per i precoci, una misura ventilata già qualche settimana fa dal sottosegretario Nannicini, attraverso cui i lavoratori, quelli che hanno lavorato almeno un anno tra i 14 e 18 anni, potranno usufruire di un bonus che va da 4 o 6 mesi di contributi, che andrebbero così scalati dall'attuale limite fissato dalla legge Fornero, vale a dire 42 anni e 10 mesi (per gli uomini, un anno in meno per le donne).

Sembra invece essere stato depennato il bonus da 2 mesi, come ha confermato, nella serata di ieri, Roberto Occhiodoro, il rappresentante della delegazione dei precoci che, secondo le dirette testimonianze dell'amministratore del gruppo Facebook 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' avrebbe avuto un incontro con alcuni rappresentanti del governo.

I due mesi di bonus infatti non erano mai stati presi, realmente, in considerazione dalla categoria, che si vedeva quasi beffata dopo che si era partiti da quota 41 per tutti.

Un altro punto su cui si sarebbe discusso ieri è quello relativo all'abolizione delle penalizzazioni sugli assegni pensionistici per chi esce prima dei 62 anni. Un provvedimento che, usiamo ancora il condizionale, dovrebbe diventare realtà a partire dal 1 gennaio 2017. Una misura, ricordiamo, che interessa da vicino gli stessi lavoratori precoci, che avendo iniziato prima de 20 anni a lavorare, gioco forza, raggiungono i contributi per accedere alla pensione di vecchiaia prima dei 62 anni di età anagrafica.

Per sapere se i lavoratori precoci rientreranno nella riforma pensioni del 2017 non ci resta che attendere, dunque, mercoledì 21 settembre, quando conosceremo, con esattezza, le nuove proposte del governo per la categoria. I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato l'importanza del prossimo incontro, citando direttamente i precoci. Che sia la volta buona per trovare finalmente una soluzione?