Buone notizie sul fronte del Lavoro per chi aspira a lavorare nel settore della sanità, grazie all’accordo tra le regione Emilia Romagna ed i sindacati Cgil, Cisl e Uil, con il quale si annunciano circa 1000 assunzioni a tempo indeterminato. Il patto siglato da Regione e sindacati prevede la stabilizzazione di 402 lavoratori precari entro il dicembre 2016 e la pubblicazione di un bando di concorsoper l’assunzione a tempo indeterminato di 500 nuove unità. Prevista anche la proroga dei contratti di 149 professionisti che erano stati stipulati per ridurre i tempi delle liste di attesa.
Circa 1000 assunzioni a tempo indeterminato nella sanità dell’Emilia Romagna
L’accordo raggiunto va nella direzione, sostiene il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, di assicurare un’assistenza sanitaria universalistica, senza lasciare indietro nessuno. Per questo motivo saranno stabilizzati 402 lavoratori precari dei settori tecnico e amministrativo e, soprattutto, saranno avviate le procedure per l’assunzione di 500 nuovi dipendenti a tempo indeterminatoin tutti i settori del comparto, garantendo la copertura del turn over per il 90%. Si conta, in questo modo, di mantenere e possibilmente migliorare l’efficienza di un sistema che, ha ricordato ancora Bonaccini, è riconosciuto come uno dei migliori in Italia e In Europa.
Gli altri punti dell’accordo tra Regione e sindacati
L’impegno sul piano del lavoro comporterà un impegno finanziario, a partire dal 2017, dai 18 e 25 milioni di euro, ma non è l’unico punto previsto dal patto, che ha riguardato anche altri aspetti della sanità in Emilia Romagna.
Si segnala, infatti, il progetto di creazione, entro il marzo 2017, di un Fondo regionale dedicato alla copertura di alcune prestazioni sanitarie non garantite dal sistema nazionale, in modo particolare le cure odontoiatriche per la fascia di età da 5 a 25 anni.
E’ stata inoltre stabilita la ripartizione delle risorse che deriveranno dai risparmi dovuti alla riorganizzazione del settore, convenendo che il 50 per cento dei fondi dovrà essere destinato alla contrattazione ed il 25 per cento ai corsi universitari per le lauree di primo livello di area non medica.