Il decreto legge del Governo n.113/2016 finalmente sblocca le assunzioni negli Enti locali. Tali nuove disposizioni consentiranno ai Comuni di effettuare quindi nuove immissioni di personale in quanto essi sono stati ‘sgravati’ dal Patto di Stabilità che contemplava delle sanzioni in caso di mancato rispetto delle direttive europee.
Stabilizzazione del personale, flessibilità, assunzioni e turn over
La prima novità riguarda il turn-over nei comuni tra i 1.000 e 10 mila abitanti che passa dal 25% al 75% delle uscite. Per i Comuni nati da una fusione tra 2 o più Enti, il turn-over sarà al 100%.
I piccoli comuni delle Regioni in cui c’è stato il riassorbimento del 90% degli esuberi delle Province possono quindi ritornare ad assumere. Nello specifico, a favore degli insegnanti e degli educatori degli asili nido comunali è previsto un piano straordinario che durerà 3 anni per consolidare le loro posizioni
Sul fronte delle assunzioni negli asili nido, questo viene esteso anche a tutti Comuni che non hanno rispettato il Patto di Stabilità.I dirigenti escono dai calcoli per il tetto massimo di spesa previsto per i contratti a termine. Buone notizie anche per il personale sanitario e i vigili del fuoco, dove è stata disposta un’assunzione straordinaria di circa 193 unità.
Contratti a termine: fonte di abuso a danno dei lavoratori pubblici
Sempre in tema di assunzioni a termine, dopo le numerose sentenze della Cassazione, ci ha pensato anche la Corte europea con una sentenza del 14 settembre a dire che la P.A. non può assumere dipendenti con contratto a tempo determinato e poi rinnovargli per sempre tale contratto.
La normativa nazionale che condanna di fatto tali dipendenti ad una vita di precariato contrasta infatti con il diritto UE. A detta dei giudici comunitari un contratto a tempo determinato reiterato nel tempo può essere ammesso solo in virtù di esigenze momentanee ed eccezionali.
Il caso sottoposto all’attenzione dei magistrati europei ha riguardato un’infermiera che era stata assunta con inquadramento statutario occasionale in un ospedale di Madrid.
Scaduto tale contratto di lavoro, c’era stato un rinnovo della nomina per 7 volte, con contratti a tempo determinato di 3, 6 o 9 mesi, sempre con la stessa formulazione, per il periodo compreso tra il 2009 e il 2013. Per i giudici della Corte Europea non si può pensare che tutti i contratti di lavoro a termine possono essere rinnovati all’infinito per il conseguimento di compiti nel servizio sanitario che rientrano nelle attività ordinarie e quindi non straordinarie del servizio ospedaliero. Benché infatti siano inevitabili anche nel settore della sanità pubblica delle sostituzioni temporanee in circostanze obiettive, nel caso di specie le successive nomine dell’infermiera non costituivano di certo delle mere esigenze provvisorie
Tutele più estese per i dipendenti: quando e come?
In Italia tale decisione europea ha un peso notevole, poiché la pratica dei rinnovi ad oltranza è molto diffusa e il dipendente spesso non sa come tutelarsi, dovendo sussistere degli specifici presupposti per ottenere la conversione del contratto a tempo indeterminato.
E’ necessario provare che le funzioni dl lui svolte sono state tutt’altro che secondarie o poco importanti.
Di certo il dipendente può chiedere in ogni momento che il rapporto di lavoro a termine venga convertito in uno a tempo indeterminato.L’accordo quadro UE sul lavoro a tempo determinato prevede inoltre che, proprio al fine di limitare tali continui rinnovi, gli Stati membri prevedano almeno una di queste misure all’interno della normativa nazionale ovvero :
- indichino le ragioni obiettive ai fini della validità del rinnovo dei contratti a termine
- menzionino la durata complessiva massima di tali contratti;
- precisino il numero massimo di rinnovi di tali contratti.
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