Lo stanziamento monetario del Governo Renzi nella prossima legge di BIlancio a favore del rinnovo del contratto degli statali è giudicato dalla Uil del tutto insufficiente rispetto alle attese. Le cifre che sono state anticipate in questi ultimi giorni per lo sblocco dei contratti, secondo quanto riferisce Antonio Foccillo, leader della Uil, a Il Sole 24 Ore, si aggirano intorno ai novecento milioni di euro per tre anni.
Proprio per questo, lo sciopero del 21 ottobre 2016, sarà incentrato anche sulla questione del rinnovo del contratto, oltre agli altri temi che riguardano, nello specifico, docenti e studenti per la riforma della Buona Scuola.
Rinnovo contratto statali 2016, lo sciopero del 21 ottobre
Nessun passo in avanti, secondo la Uil, è stato fatto negli incontri che si sono tenuti nelle ultime settimane all'Aran. Non è stato fissato alcun accordo definitivo, ma solo la domanda dei sindacati di convocare un tavolo urgente con la ministra Marianna Madia. Le risposte del ministero, infatti, tardano ad arrivare e la Uil minaccia di chiedere sia alla Cgil che alla Cisl di partecipare allo sciopero generale di venerdì 21 ottobre prossimo se non ci saranno novità sulle risorse da destinare all'aumento degli stipendi e alle regole per la redistribuzione.
Allo sciopero, al momento, è sicura l'adesione dei lavoratori dell'Unione sindacale di base (Usb). Lo sciopero del 21 ottobre farà tappa alle ore 16 a Piazza San Giovanni a Roma. Il giorno successivo, il 22 ottobre, è prevista invece la manifestazione nazionale contro il Governo con il No Renzi Day.
Sblocco contratto statali 2016, di quanto aumenterà lo stipendio?
Le stime della Uil sui novecento milioni di euro da ripartire nei prossimi tre anni (300 derivano dalla scorsa legge di Stabilità, mai distribuiti), portano alla considerazione che l'aumento dello stipendio per gli statali con il prossimo rinnovo sarà di 20 euro mensili. Cifra non sufficiente nemmeno a risarcire i lavoratori del pubblico impiego della perdita di potere di acquisto avutasi nei sette anni di blocco dei contratti.
La questione, tuttavia, dovrà essere affrontata anche dal punto di vista del criterio della distribuzione degli aumenti, con la possibile applicazione della riforma Brunetta e l'esclusione di un quarto degli statali, i meno meritevoli.