Le anticipazioni sulla bozza della legge di bilancio 2017 del Governo Renzi sulla riforma delle Pensioni rivelano i meccanismi che saranno alla base dei due interventi più attesi per le categorie di lavoratori più in difficoltà che potranno andare in pensione anticipata con l'Ape social o con la Quota 41 dei contribuenti precoci. In attesa dell'ottava legge di salvaguardia per i lavoratori esodati, la bozza riporta le undici categorie di contribuenti che potranno essere considerati come lavoratori usuranti.
Pensione anticipata 2016: chi sono gli usuranti per l'Ape social o precoci quota 41?
La classificazione è di fondamentale importanza perché l'accesso all'anticipo pensionistico social o alla quota 41 dei precoci prevede che si debba essere o disoccupati, o disabili oppure rientrare tra le professioni faticose. Pertanto, potranno andare in pensione anticipata senza pagare il prestito pensionistico dal 1° maggio del 2017 al 31 dicembre del 2018 (nella fase sperimentale), i seguenti lavoratori:
- edili;
- maestre d'asilo;
- infermieri ed ostretiche;
- conduttori di gru;
- conciatori;
- macchinisti e camionisti;
- chi assiste persone non autosufficienti;
- operatori ecologici;
- addetti alle pulizie;
- facchini.
Ulteriore novità tra i requisiti che vengono riportati nella bozza della legge di Bilancio di Renzi è quella della durata del lavoro usurante: dovrà essere stato svolto da almeno sei anni con il versamento totale di contributi pari a trentasei anni.
Gli anni di contributi scendono a trenta per chi è rimasto disoccupato e non abbia più possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. La dote della pensione anticipata social per il prossimo anno sarà pari a trecento milioni.
Pensioni anticipate Ape 2017: chi potrà chiederla volontariamente?
L'alternativa per chi non dovesse rientrare nelle categorie di pensione anticipata a costo zero e volesse comunque uscire da lavoro a partire dai 63 anni, è l'anticipo pensionistico volontario. Tra le ultime novità, sulla bozza del disegno di legge di Renzi è riportato che il prestito potrà essere concesso a chi avrà un reddito di pensione non inferiore a 730 euro mensili. Sull'Ape volontaria, il Governo Renzi investirà settanta milioni di euro: serviranno a ridurre l'impatto delle quote assicurative connesse al prestito pensionistico. Quest'ultimo dovrà essere restituito in rate mensili (dodici all'anno) nei venti anni sucessivi al raggiungimento della pensione di vecchiaia.