Come si va in pensione anticipata con le nuove regole pensionistiche decise dal Governo Renzi nell'approvazione della legge di Bilancio? Occorre fare distinzione tra chi opterà per l'anticipo pensionistico Ape, sia nella versione social che in quella volontaria, e chi potrà andare con quota 41 anni di versamenti essendo precoce oppure potrà avvalersi della possibilità di uscita decretata per le professioni usuranti. A seconda della misura beneficiata, si potrà anticipare di un certo numero di anni l'uscita da lavoro e rimborsare, o meno, il prestito pensionistico eventualmente ottenuto.

Pensione anticipata Ape di Renzi: come e quanto si esce da lavoro e a che costo

Alcune simulazioni sono state riportate da Il Sole 24 Ore per il beneficio della pensione anticipata. L'Ape social, possibile senza costi per chi è senza impiego, disabile oppure assistente di disabili (con 30 anni di versamenti), potrebbe essere la soluzione ideale di un operaio nato a gennaio del 1952, con disabile a carico. Nel maggio del 2017, ovvero quando si aprirà la sperimentazione dell'anticipo pensionistico di Renzi, l'operaio avrà 65 anni e 4 mesi: con l'anticipo risparmierebbe 1 anno e 3 mesi di lavoro, rispetto alla pensione di vecchiaia, prevista per l'agosto del 2018. Anche le maestre della scuola possono accedere all'Ape social: una docente nata nel luglio del 1953, ad esempio, con 36 anni di contributi, potrà andare in pensione anticipata a maggio del 2017 all'età di 63 anni e 10 mesi, con un anticipo di 3 anni e un mese rispetto alla vecchiaia, prevista per il giugno del 2020, dopo l'ulteriore innalzamento di 4 mesi dell'età pensionabile.

Se si fosse trattato di una docente delle scuole primarie, medie o superiori, l'anticipo avrebbe avuto un costo del 4,5 o 4,6 per cento per ogni 12 mesi di anticipo.

Pensioni precoci con quota 41 e usuranti: costi e uscita

I lavoratori precoci, invece, potranno beneficiare della Quota 41: un dipendente che in questo mese compia 56 anni, con almeno 1 anno di versamenti prima dei 19 anni e un numero di anni di contributi pari a 40, potrà smettere di lavorare nell'ottobre 2017 con 41 anni di versamenti, anticipando di 2 anni e due mesi l'uscita rispetto alla pensione di vecchiaia, prevista per il dicembre del 2019, all'età di 66 anni e undici mesi.

Infine un autista, considerato lavoratore usurante, nato a gennaio del 1958, con 34 anni di contributi, potrà uscire da lavoro nell'agosto del 2019, all'età di 61 anni e sette mesi, anziché a dicembre del 2020: l'anticipo sarà di 1 anno e quattro mesi, considerando che la nuova riforma delle Pensioni cancellerà sia la finestra mobile dei 12 o dei 18 mesi (rispettivamente per dipendenti o autonomi)che l'adeguamento dell'età per la pensione conseguente alla speranza di vita.