Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 28 ottobre hanno per protagonista Tito Boeri e le sue dichiarazioni relative al pacchetto previdenziale del governo che include le misure per i lavoratori precoci, la quattordicesima e l'Ape. Le dichiarazioni del presidente dell'Inps provengono dall'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Parole che arrivano dopo che Padoan prima e Cesare Damiano poi avevano "attaccato" il professore della Bocconi. Da una parte il ministro dell'Economia aveva sottolineato come il progetto Boeri sulle Pensioni avrebbe avuto ripercussioni negativi sull'equilibrio delle casse dello Stato.
Dall'altra l'ex ministro del Lavoro ha invitato l'economista italiano ad accettare i conti fatti da altre persone, rimarcando come anche la sua proposta di legge, la numero 857, fosse stata "bollata" dall'Inps per via della spesa ingente. L'avevamo chiamata "legge del contrappasso" non a caso.
La risposta
Pur riconoscendo punti importanti quali l'abolizione delle ricongiunzioni onerose e l'introduzione della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, Tito Boeri ha avanzato alcune sue perplessità in merito alla nuova riforma pensioni, rimarcando l'aumento previsto di 20 miliardi di euro del debito pensionistico a causa delle misure su quattordicesima, lavoratori precoci e Ape social fino al 2018.
Riferendosi all'Ape economica, quella cioè gratuita a cui avranno accesso i disoccupati e coloro che hanno svolto attività gravose, il presidente dell'Inps ha affermato che qualora, dopo il 2018, dovesse diventare strutturale, il debito aumenterebbe di altri 24 miliardi. L'economista ha lamentato il fatto di non aver utilizzato dei paletti rigidi in merito alle platee di accesso all'anticipo pensionistico gratuito, facendo intuire di temere che nella seconda fase del confronto tra sindacati e governo possa esserci una nuova riapertura delle liste, così come paventato dal giornalista del Corriere.
Infine è arrivato l'affondo. Boeri, rispondendo alla domanda inerente la replica di Padoan dei giorni scorsi, ha detto che la proposta dell'Inps, in realtà, andava a ridurre il debito pensionistico, sia perché sarebbero stati applicati i coefficienti di trasformazione, sia perché prevedeva una riduzione delle pensioni in essere.
Con la sua riforma, il debito sarebbe sceso di 4 punti percentuali di pil. In merito alla riduzione delle pensioni, il professore della Bocconi ha ricordato che questa era prevista solamente per gli assegni previdenziali a partire da 5.000 euro lordi in su, sottolineando come la sua non fosse un'operazione "drammatica" dal punto di vista sociale.