Gli aspiranti docenti che vogliano insegnare nelle scuole italiane, superando i concorsi definiti dalla Legge Buona Scuola come trampolini di accesso alla professione di insegnante, vanno in Romania per prendere l'abilitazione. E', ormai, una vera e propria prassi quella degli insegnanti in fuga per ottenere il titolo all'estero: a risultare danneggiati sono soprattutto gli insegnanti che rimangono in Italia, costretti ad aspettare mesi sia per l'uscita del bando dell'abilitazione che per la frequenza del corso stesso. 

Abilitazione docenti scuola: la fuga dall'Italia

A condurre una vera e propria inchiesta sulle abilitazioni facili in Romania è il quotidiano La Notizia del giornale.it che ha focalizzato l'attenzione, in particolare, al servizio dei docenti del sostegno.

Chi va in Romania evita di fare la fila e gli adempimenti burocratici previsti in Italia. E' una scorciatoia vantaggiosa che consente di ottenere la cattedra, passando avanti a chi invece cerca di conseguire il titolo in Italia. E, secondo quanto riportato dal quotidiano, il numero dei docenti precari che si è recato in altri Paesi della Comunità europea è di nuovo in aumento, dopo il boom che si registrò tra il 2012 ed il 2014. L'esodo ed il rientro con il titolo sta diventando particolarmente evidente proprio nel sostegno, data la poca disponibilità di docenti che siano specializzati. Ma la domanda che in molti si fanno è la seguente: può essere equiparata la qualità della preparazione fornita all'estero con quella italiana?

Di sicuro, tralasciando confronti che possano apparire come discriminazioni, l'Italia nel campo del sostegno è una delle nazioni più al passo con i tempi. 

Tirocinio formativo all'estero, differenza di percorso di abilitazione

Appunto, la discriminazione. L'abilitazione per l'insegnamento nella scuola italiana conseguita all'estero è tutelata dalle norme della Comunità europea che spingono il nostro ministero dell'Istruzione a dover riconoscere la preparazione fuori dai confini nazionali. In altre parole, il Miur è costretto a riconoscere il titolo preso all'estero come valido anche in Italia. Anche se il percorso è nettamente differente, tanto è vero che la deputata Pd, Mara Carocci, ha posto l'interrogazione parlamentare sulla questione.

Infatti, come previsto dal nostro ordinamento, per l'abilitazione sul sostegno sono necessari almeno sessanta crediti formativi, con annesse trecento ore di tirocinio che equivalgono a 12 crediti all'università. Inoltre il percorso di abilitazione è distinto a seconda del grado di istruzione per il quale si voglia prendere il titolo. Un iter ben differente da quello della Romania per il quale sono sufficienti solo alcuni brevi soggiorni.