Questo sabato 22 aprile nella trasmissione "Otto e Mezzo" su La7 è intervenuto il sindacalista Giorgio Cremaschi, ex membro storico della Fiom Cgil, il quale è stato intervistato da Lilli Gruber. Ecco che cosa ha detto.
'Collaboro col M5S per cambiare e migliorare il sindacato'
In merito alla sua recente "collaborazione" con il Movimento 5 Stelle sulle tematiche del Lavoro ha detto, rispondendo alla conduttrice che gli chiedeva se stesse aiutando il M5S a 'uccidere' il sindacato, Cremaschi ha detto: "Ovviamente non sto dando una mano a Grillo a uccidere il sindacato, sto solo rispondendo a una domanda che mi ha fatto il M5S su cosa si potrebbe fare per cambiare o migliorare il sindacato.Loro parlano anche di disintermediazione e questo lo trovo sbagliato: in qualsiasi democrazia i sindacati ci vogliono e sono parte fondamentale della democrazia, anzi meno ci sono i sindacati e meno una democrazia è tale.
Però non facciamo neanche l'errore di pensare che chiunque critica i sindacati allora vuole distruggerli"
'La più grave colpa dei sindacati? Essersi arresi alla globalizzazione e firmare accordi al ribasso'
Quale colpa imputa ai sindacati nella loro azione? "La colpa più grave è quella di essersi arresi alla globalizzazione, basta vedere quali tipi di accordo si fanno oggi: sono tutti con la marcia indietro. Sul piano delle regole la scelta fatta di non consentire ai lavoratori nei luoghi di lavoro di scegliere liberamente chi li rappresenta con libere elezioni delle rappresentanze, questo in accordo con le grandi imprese, è un tema che dura da anni.
CGIL, CISL e UIL se sono così convinte delle loro ragioni dovrebbero avere interesse che i lavoratori, senza alcun vincolo, possano votare liberamente in elezioni in cui tutti sono elettori e tutti sono eleggibili: poi si vede alla fine chi ha più consenso. Oggi non è così, per partecipare alle elezioni delle rappresentanza bisogna avere firmato degli accordi con la controparte, gli altri di fatto non possono partecipare. In FIAT ad esempio non ci sono elezioni libere".
'Un sindacato che dice "bere o affogare" non serve a niente, invece deve fare organizzazione e conflitto'
Poi ha aggiunto: "L'accordo Almaviva ad esempio prevede che lavoratori a 800 euro al mese devono veder ridotto lo stipendio del 20% o vengono mandati a casa.
Questo hanno accettato CGIL, CISL e UIL mentre dovevano chiedere al Governo di fermare le commesse pubbliche verso l'azienda almeno non fossero impediti i licenziamenti. Sono condizioni minime che avrebbe dovuto chiedere un sindacato che abbia attitudine a fare conflitto, invece prima di tutto si cerca il compromesso. Un sindacato che dice ai lavoratori 'bere o affogare' non serve a niente, anzi fa danno. Qualsiasi lavoratore che ha subito gli effetti della crisi si è sentito dire che di più non si poteva fare".
Cremaschi ha anche ricordato: "Trent'anni fa i lavoratori italiani erano nella top ten come livello di diritti sul lavoro, adesso dopo decenni di compromessi sindacali al ribasso hanno perso tutto, c'è un disastro sociale: non c'è oggi un lavoratore che pensa di poter migliorare domani le proprie condizioni.In trent'anni si sono perse tutte le conquiste fatte negli anni precedenti.
Il sindacato serve a fare conflitto e organizzazione, ma quando non fa più questo diventa un'altra cosa".
Infine ha sottolineato: "Il sindacato serve ai lavoratori se li fa stare meglio, non è un organizzazione di tutti i cittadini ma è un'organizzazione di parte: serve a questo. Il sindacato deve fare il suo mestiere, stare dalla parte dei lavoratori, i quali però in trent'anni hanno perso tutto: l'articolo 18, il sistema pensionistico, i contratti e soprattutto il rispetto dentro le aziende: oggi c'è un sistema tirannico contro i lavoratori e le persone hanno paura nei luoghi di lavoro"