I lavoratori italiani attendono ancora la firma dei decreti attuativi che riguardano l'Ape Volontaria. Ancora sono molti i loro dubbi ma in attesa della fir,a del DPCM, si può stilare già un quadro che indicherà le modalità di richiesta dell'Ape volontaria. Il tutto si svolgerà per via telematica. Ecco tutti i dettagli. Molti dubbi ci sono anche riguardo all'Ape Social. Nonostante il decreto è stato firmato, ancora manca l'approvazione da parte della corte dei Conti e da parte del Consiglio di Stato e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Considerando che le domande dovrebbero partire dall'1 maggio, il governo riuscirà a rispettare i tempi? O slitterà tutto?

Per far si che la riforma non si paralizzi in settimana dovrebbero essere firmati e pubblicati i decreti.

Ape volontaria, ecco come va richiesta

Nonostante ancora non ci siano i decreti che fissano le modalità di conseguimento dell'Ape volontaria, emerge che chi vorrà fare richiesta, dovrà farsi certificare dall'Inps di essere in possesso dei requisiti richiesti. Infatti coloro che vorranno fare richiesta di Ape Volontaria, dovranno avere innanzitutto 63 anni e 20 anni di contributi. Devono inoltre trovarsi a non meno di tre anni e sette mesi dal pensionamento vero e proprio e inoltre devono avere una futura pensione mensile, al netto della rata di rimborso del prestito, non inferiore a 1.4 volte il trattamento minimo.

La durata minima dell'Ape Volontaria è di sei mesi.

La domanda va fatta per via telematica. Potrà essere fatta autonomamente accedendo al portale online con il proprio Pin oppure rivolgendosi ad un Caf. Nella certificazione verrà richiesto un importo minimo e massimo dell'Ape ottenibile. Si potrà infatti richiedere tra una cifra massima tra il 75 e il 90 per cento della pensione futura netta.

Il tutto in base agli anni di anticipo richiesti. Insieme alla domanda per l'anticipo pensionistico, il cittadino dovrà anche fare richiesta della pensione di vecchiaia che verrà liquidata non appena si raggiungeranno i requisiti richiesti dalla legge. Essi sono 66 anni e 7 mesi. Le domande non sono revocabili, salvo il diritto di recesso.

Il prestito

Non appena l'Istituto di previdenza social Inps, riceverà la richiesta, provvederà al contratto di prestito o al rifiuto dello stesso. Se ci sarà un rifiuto, entrambe le domande decadranno e non produrranno alcun effetto. In caso contrario, nel caso in cui il prestito viene concesso, il lavoratore entro 14 giorni potrà esercitare il suo diritto di recesso. Se non lo eserciterà allora il contratto è perfezionato e il prestito decorrerà dai trenta giorni successivi. Il finanziamento verrà recepito dal lavoratore con quote mensili, cifre che non andranno inserite nel reddito, fino al raggiungimento dell'età per la pensione. Quando il lavoratore raggiungerà i requisiti per avere la regolare pensione, l'Inps provvederà a trattenere l'importo della rata per il rimborso del finanziamento per venti anni.