Le parti sociali tornano a richiamare l'importanza di un intervento di garanzia in favore dei lavoratori più giovani, inseriti all'interno dei sistema contributivo puro. È in particolare la Cgil che ha ripreso in mano uno dei temi chiave in discussione con il Governo all'interno della c.d. FASE 2 del confronto con la piattaforma sindacale, attraverso un convegno organizzato dalla redazione della rassegna sindacale.
La questione appare ancora più importante se si considera che la creazione di una pensione di garanzia per i più giovani sarà proprio il tema principale nel nuovo tavolo organizzato per il prossimo 4 maggio 2017.
Il rischio di povertà per chi si trova a confrontarsi con il ricalcolo contributivo
Partiamo dal fulcro del problema, ovvero il sistema di calcolo nel quale si trovano inglobati coloro che sono iscritti all'interno del sistema contributivo puro. Questo metodo prevede infatti di restituire ai lavoratori quanto hanno versato attraverso l'applicazione dei coefficienti di conversione del montante in rendita.
Di fatto, l'entità dell'assegno risulterà direttamente proporzionale a quanto è stato accumulato, perciò bassi salari, buchi contributivi o periodi di disoccupazione comportano importanti effetti riduttivi nel lungo periodo. La conseguenza è quindi quella di pagare basse Pensioni a coloro che involontariamente hanno potuto versare poco, rendendo l'importo dell'assegno non compatibile con una vita dignitosa.
L'assegno di garanzia proposto dalla Cgil
Su questo scenario interviene la nuova proposta della Cgil, finalizzata ad istituire un'integrazione pubblica per garantire che l'importo della pensione contributiva non scenda mai sotto una soglia minima. Questo meccanismo dovrebbe quindi consentire di avvicinare la pensione a circa il 60% del salario medio della persona vicina alla quiescenza, pertanto nel caso di un lavoratore che percepisce circa 15000 € l'anno l'assegno non dovrebbe risultare comunque inferiore alle 900 €.
Il sistema di finanziamento della misura
Stante la situazione appena descritta, resterebbe infine da risolvere il problema di come finanziare la garanzia. Secondo il sindacato, a differenza di altre opzioni già discusse, con un sistema come quello appena descritto si potrebbe minimizzare l'impatto del sostegno sui conti. In primo luogo perché una parte della spesa si autofinanzia, considerando che in caso contrario si sarebbe dovuto ricorrere all'erogazione di prestazioni assistenziali. In secondo luogo perché il meccanismo delle soglie e la loro applicazione graduale potrebbe consentire di andare in compensazione nel medio e lungo termine con i risparmi che saranno conseguiti tramite l'impostazione definita dalle ultime riforme di settore.
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