Il governo rassicura mentre lavoratori e sindacati fremono, di certo c'è che non viene ancora attuata la fase 1 della riforma Pensioni. Alla vigilia del nuovo incontro di domani sulla fase 2 si resta infatti ancora in attesa dei decreti attuativi per i benefici rivolti ai lavoratori precoci (la Quota 41 ma non per tutti) e per l'Ape volontario rivolto agli over 63. Mentre stenta a partire, malgrado la firma del decreto da parte del premier Paolo Gentiloni, l'Ape social rivolto ai "soggetti deboli".

Pensioni, Poletti: per Ape ritardo non dà problemi, in vigore da 1 maggio

Sull'eventualità che la presentazione delle istanze per l'Ape nella sua doppia formulazione, la cui attivazione era prevista per lo scorso 1 maggio, possa scivolare al mese di luglio "penso che in questi giorni - ha detto oggi il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - arriveremo a concludere questa situazione". Ecco qual è la posizione dell'esecutivo su punto. "Abbiamo detto - ha detto Poletti rispondendo ai cronisti oggi a margine di un convegno a Firenze - e ribadiamo che chi ha maturato il diritto al primo di maggio avrà la possibilità di utilizzarlo liberamente".

Dunque l'Ape sarà retroattivo e partirà secondo quanto previsto dalla norma inserita nella legge di Bilancio 2017. "Quindi il fatto di avere una settimana in più o in meno - ha rassicurato l'esponente del governo secondo quanto riporta l'agenzia LaPresse - da questo punto di vista non propone problemi".

Vitalizi parlamentari: riparte iter commissione ma M5s spariglia, ok testo Pd

Queste le rassicurazioni di oggi di Poletti alla vigilia dell'incontro con le parti sociali sulla fase 2 della riforma pensioni in programma domani nella sede del ministero del Lavoro. Intanto, a proposito di pensioni e vitalizi, riparte in commissione Affari costituzionali della Camera dell'esame della proposta di legge del Movimento 5 stelle, a prima firma Roberta Lombardi, sul taglio alle indennità e sul trattamento pensionistico dei parlamentari.

Nell'ambito dell'esame del testo pentastellato, come racconta l'agenzia di stampa Agi, è arrivata un'altra proposta di legge del Pd a prima firma Matteo Richetti, che prevede che i vitalizi e le pensioni dei deputati, dei senatori e dei consiglieri regionali, uguali a quelle di tutti i lavoratori dipendenti e saranno pagate solo al compimento dei 65 anni. Oggi i parlamentari del movimento guidato da Beppe Grillo hanno proposto l'abbinamento dei due testi, così sul punto si potrebbe trovare una convergenza tra maggioranza e opposizione.