"I decreti sono sono già stati preparati tutti, quello sull'ape social e anche per i precoci i decreti sono già stati al Consiglio di Stato e sono stati rimandati alla Presidenza del Consiglio. E' quindi questione di ore", lo ha affermato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti mentre la maggioranza dei lavoratori attende l'attuazione delle misure previdenziali dettate dalla nuova Legge di Stabilità.
Ape Social e Quota 41, i decreti pronti a breve
L'Ape Social, una delle misure previdenziali più discusse, infatti, dovrebbe entrare in vigore molto presto anche se il Governo ha registrato un notevole ritardo nell'emanazione del decreto attuativo.
Stando a quanto affermato dal ministro poletti, i decreti tuttora alla Corte dei Conti, dovrebbero essere già attuabili e le misure potrebbero divenire già operative senza dimenticare che, nonostante i ritardi avranno decorrenza retroattiva dal primo maggio 2017.
Ben presto, quindi, i disoccupati privi di ammortizzatori sociali, i caregivers, gli addetti alle mansioni usuranti e gli invalidi potranno beneficiare del reddito ponte a carico dello Stato fino ad un massimo di 1.500 euro fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia anche se dovranno aspettare fino al 15 ottobre, giorno in cui l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale inizierà a verificare la sussistenza dei requisiti nelle domande presentate ed invierà le relative certificazioni ai potenziali beneficiari.
Ape volontario penalizzante per i lavoratori
Resta ancora fermo al palo, invece, il decreto attuativo sull'Ape volontario visto che il Governo non è tuttora riuscito a pronunciarsi. Stando a quanto emerso dal recente Rapporto sullo Stato sociale dell'Università La Sapienza, però, l'anticipo pensionistico non sarebbe la soluzione esatta per garantire una copertura previdenziale a migliaia di lavoratori visto che, i potenziali beneficiari ricorrendo al prestito ventennale potrebbero andare in contro ad una riduzione dell'assegno previdenziale.
Ad esempio, se un lavoratore con un assegno pari a 1.000 euro richiedesse un anticipo fino ad un massimo di 3 anni e 7 mesi potrebbe ritrovarsi con un assegno ridotto fino a 700 euro.
E' questo il motivo che potrebbe determinare altri ritardi nell'emanazione del decreto attuativo molto atteso dai lavoratori italiani che si accingono a fare richiesta per garantirsi il prestito ed anticipare l'uscita dal mondo del lavoro.