Le ultimissime notizie al 14 luglio 2017 sulle pensioni anticipate ed in particolare su precoci e opzione donna giungono dalle ultime dichiarazioni di Cesare Damiano e dei sindacati dopo i primi incontri col Governo relativi alla Fase 2 della previdenza. Il Presidente della commissione Lavoro alla Camera accusa l' inesattezza di non meglio specificate fonti governative che avrebbero sovrastimato il costo della proposta fatta con l'onorevole Sacconi per evitare di far salire l'età pensionabile di pari passo con l'aspettativa di vita.

Una richiesta questa a lungo avanzata già dai lavoratori precoci nei tavoli con il Governo. Mentre i sindacati restano in pressing sull'esecutivo al fine di ottenere non solo l'abolizione dell'adv ma anche misure a favore delle donne, che tengano conto del lavoro di cura, e dei giovani, affinché un domani non abbiano Pensioni da 'fame'. I dettagli e le novità al 14 luglio 2017.

Pensioni, su donne e precoci parla Damiano

Dura la critica che Cesare Damiano fa nell'ultima nota stampa ANSA nei confronti delle recenti stime rilasciate da fonti governative ‘vicine al dossier’ che avrebbero stimato in 1,2 miliardi di euro il costo della proposta di legge Sacconi-Damiano che valuta l'impedimento di una correlazione diretta tra l’età pensionabile e l’innalzamento dell’aspettativa di vita.

Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dice stizzito che troppo spesso quando "si parla di previdenza si é abituati a sentire stime di ogni genere, il più delle volte infondate”. Poi prosegue dicendo che: per poter fare stime corrette sulle potenziali spese è necessario per prima cosa essere ben a conoscenza della proposta avanzata, altrimenti si rischia di fare calcoli arbitrari. Quanto suggerito col collega Sacconi, specifica, non prevede la totale cancellazione della norma, ma va verso un suo robusto rallentamento. Poi conclude, ragionando in maniera mirata sulle stime sovrastimate prodotte, anche se, si trattasse realmente di una spesa pari a 1,2 mld di euro, si tratterebbe, in ogni caso, di una cifra assolutamente ben spesa, che porterebbe vantaggio a giovani e donne.

Inoltre, ci tiene a precisare, il documento di Economia e Finanza del 2017 indica apertamente ed in modo assolutamente certosino i risparmi cumulativi che si produrranno con le varie riforme pensionistiche fino al 2050, ossia un valore di circa 900 miliardi di euro. Se anche la cifra stimata fosse veritiera, conclude Damiano, di tratterebbe pur sempre di spendere uno 0,13% di quei 900 miliardi. Dunque una spesa sostenibile ed equa, dal momento che, dice convinto Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, è arrivato "il momento di restituire qualcosa alle pensioni”.

Pensioni anticipate e donne: anche i sindacati in pressing sul Governo

Cgil Cisl e Uil nonostante il tavolo tecnico avuto col Governo sulla Fase 2 delle pensioni non si dicono per nulla soddisfatti e ribadiscono l'importanza dell'annullamento dell'adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita e politiche pensionistiche maggiormente rivolte ai giovani ed alle donne.

I lavoratori precoci dal canto loro si battono da tempo per uscire con la quota 41 senza se e ma e per l'abbattimento dell'ADV e sostengono che solo mettendo mano in modo serio alla Riforma pensioni Fornero si permetterebbe l'uscita anticipata degli anziani e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. L'intento dei rappresentanti dei lavoratori è proprio quella di portare nuove proposte che possano trovare accoglimento ed essere inserite nella Legge di Bilancio 2018. Nel corso dei due tavoli in programmazione il sindacato cercherà di ottenere quanto ancora non raggiunto con l'esecutivo.

Pensioni giovani e donne: tra gli obiettivi dei sindacati

Tra gli obiettivi primari anche la pensione di garanzia in favore dei giovani e bonus contributivi che possano equiparare le differenze di genere.

Una sorta di 'sconto' per le donne che sono spesso anche care giver e hanno dalla loro carriere lavorative discontinue che impediscono il raggiungimento dei requisiti contributivi attualmente richiesti. Secondo le tre principali sigle sindacali per fare ciò occorre legare i bonus all' APE social. Molte donne però, specie sul gruppo facebook 'opzione donna proroga al 2018' sostengono che sarebbe importante rivedere anche l'età anagrafica. I 63 anni da raggiungere per le donne, dicono, sono troppi. Specie se paragonati ai 57/58 richiesti dalla legge 243/2004 di cui richiedono l'estensione. Per comprendere cosa si riuscirà ad ottenere per precoci, giovani e donne nella prossima legge di bilancio 2018 non resta che continuare a seguire la Fase 2 della previdenza per cercare di intuire le intenzioni del Governo.