Mentre continuano a crescere le domande di pensionamento agevolato tramite APE sociale e Quota 41, i lavoratori si interrogano su quale sarà il destino delle proprie pratiche. Nella serata di ieri vi abbiamo riportato l'ultimo aggiornamento Inps, con il quale è stato certificato il superamento delle 51mila richieste di tutela. Numerosi partecipanti alla pagina "Riforma Pensioni e lavoro" ci hanno quindi chiesto un approfondimento in merito ai tempi di risposta dell'Inps ed ai prossimi passaggi da completare.
Parallelamente è proseguita anche la discussione sul tema dell'aspettativa di vita e sull'innalzamento automatico dell'età di quiescenza. A tal proposito si è registrato negli scorsi giorni un nuovo intervento da parte dei sindacati, di cui vi daremo conto nella parte finale dell'articolo. Vediamo quindi tutti i dettagli nel nostro nuovo approfondimento sulle pensioni pubbliche in Italia.
Pensioni anticipate: tutto quello che c'è da sapere sulle prossime scadenze per l'APE sociale e la Quota 41
Partiamo dalle informazioni pratiche riguardanti l'iter di gestione delle domande per l'APE sociale e la Quota 41.
La prima scadenza utile per la presentazione della richiesta di certificazione delle condizioni è fissata al prossimo 15 luglio. L'invio potrà comunque proseguire anche oltre (purché entro il 30/11), sebbene le richieste rischiano di essere congelate e messe in graduatoria per l'anno successivo. La risposta dell'Inps dovrà invece arrivare entro e non oltre il prossimo 15 ottobre, data entro la quale sarà comunicato al lavoratore se la domanda risulterà valida o sarà rigettata. In caso di esito positivo sarà quindi necessario produrre la domanda vera e propria di accesso ai benefici, un passaggio che conclude a tutti gli effetti la pratica.
Data di quiescenza e aspettativa di vita: i sindacati chiedono il blocco degli automatismi
Nel frattempo prosegue anche la discussione sul tema dell'aggiornamento automatico all'aspettativa di vita. Dopo l'intervento del Presidente Istat Alleva in Parlamento, contenente una stima di cinque mesi sul prossimo incremento dell'età pensionabile, è arrivato un nuovo richiamo dei sindacati. Ad intervenire è stato il Segretario Confederale della Cgil Roberto Ghiselli, segnalando l'esigenza di un provvedimento di modifica da parte del Governo finalizzato a "bloccare gli automatismi, che altrimenti porterebbero dal 2019 al pensionamento a 67 anni". La necessità di un correttivo, ricorda il sindacalista, "è stata formulata unitariamente da Cgil, Cisl e Uil nell'incontro di martedì scorso al MdL e verrà ribadita nell'iniziativa nazionale unitaria del prossimo 13/7", ha concluso il rappresentante dei lavoratori.
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