Il decreto attuativo dell’Ape volontario ha superato, seppur con qualche appunto mosso, lo step del Consiglio di Stato e adesso si attende il ritorno in Consiglio dei Ministri con la consueta firma da parte del Premier Gentiloni e la successiva pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. In considerevole ritardo rispetto al primo maggio, data in cui sarebbe dovuta partire l’Ape volontario, il decreto si può dire varato e corretto anche in base a quanto suggerito dal Consiglio di Stato. Probabile l’avvio della misura a settembre, con una platea di potenziali richiedenti di quasi mezzo milione di lavoratori tra 2017 e 2018.

Resta da capire quanto costerà chiedere l’anticipo, perché resta sempre la formula del prestito bancario erogato sotto forma di pensione.

L’Ape, tra banche ed assicurazioni

Un articolo pubblicato il 12 agosto nella versione digitale del noto quotidiano “Il Mattino” spiega i punti salienti dell’Ape volontario e da le prime indicazioni sui tassi di interesse applicati, sulle spese assicurative e sulla imposizione fiscale della misura. Cosa centrano interessi e spese assicurative con una misura pensionistica? Si tratta della novità assoluta che produrrà l’Ape appena sarà possibile farne richiesta. Per la prima volta nella previdenza italiana, nel consueto rapporto tra Inps e pensionati, entrano soggetti terzi, cioè banche ed assicurazioni.

Saranno le banche a finanziare materialmente l’Ape volontaria, cioè a mettere i soldi. L’Inps non farà altro che erogare mensilmente la pensione in regime di Anticipo Pensionistico ai beneficiari. Sempre l'istituto, quando sarà il momento, cioè a fine anticipo, tratterrà dalle Pensioni future dei pensionati, la rata da restituire alle banche.

Questo quando i pensionati raggiungeranno la soglia di 66 anni e 7 mesi ed inizieranno a percepire la loro vera pensione di vecchiaia. Una rata fissa per 20 anni e caricata di interessi e spese relative alla copertura assicurativa per decesso prematuro del beneficiario. L’Ape volontario potrà essere richiesto da chiunque abbia raggiunto a partire dal 1° maggio, 63 anni di età e 20 di contributi versati.

Tassi, interessi e pratica

La pensione in regime di Ape volontario non può essere girata a coniugi o familiari con l’istituto della reversibilità. Inoltre non prevede tredicesima e non si rivaluta con il meccanismo della perequazione. Come dicevamo, percepire l’Ape significa accollarsi un debito per 20 anni a partire dai 66 anni e 7 mesi di età. La misura decorre dal primo maggio, cioè è retroattiva, come suggerito dal Consiglio di Stato. In pratica, chi ha maturato il doppio requisito a partire da quella data potrà richiederlo. Notizie certe per quanto concerne le convenzioni con banche e assicurazioni non ne sono ancora arrivate, ma il giornale il Mattino anticipa che chi vorrà usufruire dell’Ape volontario pagherà una rata media sulla pensione tra il 2 ed il 5,5%.

Confermata comunque una detrazione fiscale o un credito di imposta su interessi e spese che potrebbe essere del 50% del loro corrispettivo. In pratica, il Taeg prevedibile potrebbe assestarsi intorno al 3,2%. L’iter della domanda sarà identico a quello dell’Ape, come struttura, ma andrà segnalato anche il nominativo della banca tra quelle che saranno indicate dall’Inps e verso la quale ci si indebiterà. Inoltre, essendo una misura flessibile sia come uscita che come importo, il richiedente non sarà costretto a richiedere tutta l’Ape per intero. Oltre che uscire in data successiva a quella dei 63 anni, potrà optare per una percentuale inferiore di Anticipo da farsi erogare per limitare la rata da restituire.

La domanda andrà presentata all’Inps, ma solo dopo aver preventivamente presentato la domanda di certificazione del diritto. Quando l’Inps accetterà l’istanza sarà il momento di presentare la domanda vera e propria di Anticipo Pensionistico e in contemporanea anche la domanda di pensione di vecchiaia vera e propria, quella che si sarebbe dovuto presentare al compimento dei 66 anni e 7 mesi di età.