In un periodo di crisi economica come questo che stiamo vivendo in Italia dove la disoccupazione, specialmente quella giovanile, è alle stelle, sentir parlare di circa 200mila posti vacanti nelle imprese dell'ict (tecnologie dell'informazione e della comunicazione), nelle industrie metalmeccaniche ed elettroniche, ha dell'incredibile considerando anche il fatto che moltissimi nostri giovani connazionali sono emigrati all'estero in cerca di lavoro (la cosiddetta fuga di cervelli).
Cuochi ed elettricisti
I cuochi di fast food in 99 casi su 100 sono introvabili mentre 7 elettrotecnici su 10 e 6 tornitori su 10,sono rarissimi.
Questi dati emergono da uno studio commissionato dalla Unioncamere in sinergia con l'Anpal sulle probabili assunzioni programmate durante il periodo che va da luglio a settembre di quest'anno. A soffrire di più di questa carenza di personale sono le imprese private dei settori dell'industria e dei servizi.
Le professioni più richieste
Reperire figure professionali come analista programmatore, operatore commerciale, addetto alla logistica di magazzino e specialista della gestione e del controllo sarà molto difficile per le aziende in assenza di candidati idonei per le posizioni lavorative richieste, ovvero il 20.6% su 969mila entrate previste che complessivamente ammontano a 200mila.
Gli under 30 e il sistema informatico Excelsior
Secondo un comunicato stampa diffuso dall'Unioncamere risulta che, in base ad un'analisi del sistema informatico Excelsior, sono circa 339mila i giovani richiesti e difficili da trovare sul mercato del lavoro per i settori del Turismo, del commercio e dei servizi alle persone.
Risultano rare, tra gli under 30, le competenze tecnico professionali nei settori delle scienze informatiche, fisiche e chimiche ed inoltre, nella formazione, nell'insegnamento, nella progettazione e nell'ingegneria. C'è da considerare il fatto che queste assunzioni verrebbero effettuate con contratti a tempo indeterminato dando così, di fatto, una stabilità al rapporto di lavoro.
Sembrerebbe quindi, in questo caso, che la riforma del mercato del lavoro avviata con il jobs act dal governo Renzi cominci a dare i primi risultati positivi, nonostante le critiche, nonostante tutto. Principale obiettivo di questa legge era proprio quello di ridurre le varie tipologie contrattuali che portavano i giovani ad essere assunti a tempo determinato o part time.