Il delicato tema dei lavoratori precoci potrebbe tornare nuovamente al centro delle discussioni nonostante la contrarietà del ministro dell'Economia e della Finanze Pier Carlo Padoan per via dell'insufficienza delle risorse finanziarie. Infatti, dopo lunghi mesi di attesa i lavoratori precoci potranno continuare a sperare in un'estensione del meccanismo ad una più ampia platea di beneficiari.

Quota 41 potrebbe tornare sul tavolo di confronto

La Legge di Bilancio 2017, avrebbe esteso le misure previdenziali solo alle categoria più economicamente svantaggiate.

Si tratta dell'anticipo pensionistico nella versione social e della Quota 41. Cosa che non è affatto piaciuto alla maggioranza di lavoratori che nel 2012 hanno dovuto fare i conti con le rigide norme dettate dalla vecchia normativa pensionistica.

Alcuni giorni fa, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti ha fissato una serie di incontri previsti per il mese di agosto che dovrebbero portare all'avvio della Fase 2 dell'accordo siglato lo scorso autunno a Palazzo Chigi e che saranno volti alla discussione di alcuni temi delicati rimasti irrisolti. Anche la Quota 41 rientrerebbe fra le problematiche da risolvere visto che migliaia di lavoratori precoci e le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil continuano a premere l'esecutivo sull'estensione delle platee.

Deludenti le recenti dichiarazioni del ministro Padoan sull'insufficienza di risorse finanziarie che non permetterebbero le correzioni necessarie all'Ape Sociale e al meccanismo di Quota 41: "la manovra avrà risorse molto limitate e dovrà puntarle tutte su giovani e lavoro. Un taglio permanente al cuneo fiscale per le assunzioni stabili delle giovani generazioni, meglio puntare su una politica Ue per la crescita e gli investimenti", avrebbe spiegato come si evince dal quotidiano "Il Sole 24 Ore".

I tempi per l'Ape volontario potrebbero slittare

Intanto, resta ancora in dubbio l'entrata in vigore del decreto attuativo sull'Ape volontario che, dopo aver superato l'esame dinanzi al Consiglio di Stato dovrà passare al vaglio della Corte dei Conti e alla successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. La misura, infatti, dovrebbe decollare entro settembre anche se non sussiste alcun dato certo viste le particolarità e le complessità riscontrate su alcuni parametri contenuti nel dpcm come ad esempio, la stipula delle convenzioni con le banche e gli istituti di assicurazione e la verifica di eventuali situazioni debitorie dei lavoratori che richiederanno il prestito.