Mentre si attende ancora la cosiddetta Fase 2, le varie forze politiche si stanno concentrando sulle modifiche da attuare alle misure previdenziali entrate in campo con la nuova Legge di Bilancio. Si tratta dell'estensione dell'Ape Sociale e del meccanismo di Quota 41 a favore dei lavoratori precoci. Inoltre, come annunciato più volte, a margine dell'avvio della Fase 2 verranno discussi gli altri temi fondamentali riguardanti la pensione di garanzia per i giovani, la previdenza complementare, il riconoscimento dei lavori di cura e assistenza per le donne e la revisione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori rimasti privi di un'occupazione.

L'Ape volontario potrebbe slittare ancora

L'Ape volontario, invece, dovrebbe decollare entro settembre anche se, il decreto non è stato del tutto definito. Dopo il parere espresso dal Consiglio di Stato, infatti, ci sono ancora molti dubbi da chiarire che potrebbero rallentare i tempi per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Alcuni giorni fa il decreto ha ricevuto il parere positivo dei giudici di Palazzo Spada anche se sono state suggerite alcune modifiche riguardanti le convenzioni da stipulare con le banche e gli istituti di assciurazioni erogatrici del prestito ventennale oltre ad evidenziare la necessità di indicare nella domanda eventuali situazioni debitorie pregresse e all'introduzione di una nuova misura volta a ridurre un futuro contenzioso fra il lavoratore e gli istituti bancari che si occuperanno di erogare il prestito.

Il comunicato Anief spiega i motivi dei ritardi

Per questi motivi, stando al comunicato Anief la misura potrebbe subire un ulteriore slittamento penalizzando molti lavoratori che attendono l'uscita anticipata. Come già tanti sanno, però, si tratta di una misura in via sperimentale. Difatti, nonostante abbia una decorrenza retroattiva sin dalla data del primo maggio 2017 i tempi per la sperimentazione potrebbero essere accorciati.

E' questo quello che preoccupa la classe politica e le organizzazioni sindacali visto che, i tecnici dell'esecutivo non avrebbero la possibilità di valutare l'andamento della sperimentazione per un'eventuale trasformazione del provvedimento in una misura strutturale. Altro punto da chiarire, invece, riguarda la mancata possibilità per i lavoratori di accedere al cumulo gratuito dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali in modo tale da facilitare l'accesso alla pensione.