L'età pensionabile aumenterà di ulteriori cinque mesi a partire dal 2019. È questa la novità che andrà a penalizzare migliaia di lavoratori prossimi al pensionamento. Con l'adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita, infatti, molti italiani andranno incontro ad un aumento dell'età pensionabile fino ai 67 anni.
Nessun intervento da parte del Governo
Dopo le numerose richieste da parte delle organizzazioni sindacali e le varie forze politiche, il Governo Gentiloni sembrerebbe non intervenire su questo fronte: cosa che suscita non poche polemiche fra le parti sociali che si sarebbero dette pronte ad avviare nuove mobilitazioni al fine di inserire un intervento nella nuova manovra finanziaria.
"Faremo uno sciopero generale contro la manovra perché così non va. Non c'è nulla su lavoro e Pensioni", ha spiegato il segretario nazionale della Fiom Francesca Re David. Come riporta il quotidiano "Il Tempo", infatti, i sindacati sarebbero intervenuti contro le intenzioni del Governo Gentiloni che al momento sembrerebbe concentrato su altre priorità come la pensione di garanzia per le giovani generazioni e il riconoscimento dei lavori di cura e assistenza per le lavoratrici.
La delusione delle parti sociali
Anche il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan ha preferito dire la sua: "Non abbiamo mai chiesto di annullarla ma di renderla coerente con la reale aspettativa di vita", ha spiegato la sindacalista.
A nulla, quindi è servita la proposta di legge n. 4600 lanciata dal deputato della Lega Nord Roberto Simonetti che tuttora sta seguendo il suo iter parlamentare. La proposta, infatti, si concentra maggiormente sul blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita fino al 2022. Una misura che darebbe un sospiro di sollievo anche ai lavoratori precoci rimasti penalizzati dalle rigide norme della Riforma Fornero e soprattutto alle lavoratrici che ancora attendono una proroga del regime speirmentale donna oltre il 31 dicembre 2018.
Tuttavia, l'adeguamento automatico dei requisiti all'aspattativa di vita avrebbe degli effetti negativi anche sul cosiddetto ricambio generazionale. A confermarlo è l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero: "Sicuramente per alcune persone uscire a 67 anni è troppo come donne e chi svolge attività pesanti. Se ci pensiamo è paradossale che sia lo stato a dirci quando uscire, ma lasciare la scelta libera risulta un peso per le generazioni future", ha concluso.