La Legge di Bilancio che in questi giorni è al vaglio delle Camere per la sua definitiva approvazione presenta una importante novità per il bonus da 80 euro ai lavoratori. Si tratta del bonus Renzi nato per abbattere il cuneo fiscale per i lavoratori entro determinate soglie di reddito. Le vicissitudini dei lavoratori statali e del loro contratto da sbloccare ha prodotto l’aumento delle soglie reddituali per percepire il bonus. Un provvedimento che serve per consentire a quanti sono in attesa degli aumenti di stipendio tra i dipendenti pubblici, di non perdere il bonus Renzi spettante.
L’aumento delle soglie però produrrà una sostanziale novità per tutti le categorie di lavoratori, anche per quelli che rientrano nel lavoro domestico come colf e badanti. Una categoria di lavoro che è particolare perché particolare è la figura del datore di lavoro che di norma effettua l’erogazione del bonus da 80 euro. Resta comunque più vasta la possibilità di percepire il bonus proprio in virtù delle novità che si introdurranno a Legge di Bilancio approvata e che partiranno nel 2018.
Come funziona il bonus alla luce delle novità 2018
Il bonus da 80 euro è stato confermato anche per il 2018 ma a limiti reddituali più vasti. La soglia minima di reddito ad esclusione della casa di abitazione resta 8.000 euro, ma quella massima sale a 26.600 euro.
Anche per colf e badanti quindi il bonus Renzi nel 2018 spetterà per chi ha redditi annuali tra gli 8.000 e 26.600 euro. Il Bonus è di 80 euro al mese erogato in busta paga per la stragrande maggioranza dei lavoratori e mese per mese, ma progressivo. In pratica l’importo massimo (960 euro annui) verrà erogato per intero a lavoratori con redditi fino a 24.400 euro.
Per coloro che invece superano tale limite e fino a 26.600 (questa la novità sostanziale), il bonus verrà erogato in quota, cioè in versione ridotta. Va ricordato anche che il bonus si percepisce per ogni mese di lavoro e pertanto coloro che hanno lavorato solo per qualche mese all’anno riceveranno il bonus solo per quei mesi.
Nel lavoro domestico però l’erogazione del bonus non avverrà in busta paga perché il datore di lavoro non ha le funzioni di sostituto di imposta.
Come si può fare
Per le badanti o i collaboratori domestici l’unico modo per percepire il bonus è identico al modo con cui si possono scaricare le spese mediche o gli altri oneri detraibili dal reddito e passa dall’utilizzo del modello 730 o modello Redditi PF. SI tratta dei canonici modelli di dichiarazione dei redditi che nel 2018 copriranno l’anno fiscale che volge al termine, il 2017. Chi non ha ricevuto il bonus e tra i lavoratori domestici si tratta della maggioranza, potrà presentare il modello reddituale 730 senza sostituto che permette di far effettuare i conguagli direttamente all’Agenzia delle Entrate.
Una volta presentato il modello, il Caf o il professionista a cui ci si rivolge, nel caso in cui verifichi l’esistenza del credito da incassare per il lavoratore consegnerà il modello di richiesta da presentare all’Agenzia delle Entrate. Sul modello va indicato il codice Iban che serve per l’accredito di quanto spettante, anche delle 960 euro di bonus che il Fisco di norma liquiderà entro la fine dell’anno in cui si presenta la dichiarazione. Occorre ricordare infine che come spiega l'Agenzia, utilizzando l'opzione conguagli fiscali per percepire il bonus si entra nel campo del credito di imposta. In pratica se un lavoratore ha una imposta lorda, cioè le tasse da pagare, inferiore alle detrazioni per lavoro dipendente comunemente offerte, nulla spetterà come bonus.
Diverso il caso in cui le imposte sono azzerato per via delle altre detrazioni, quelle delle spese sanitarie o anche dei familiari a carico. In questo caso il bonus è lo stesso percepibile anche se dal punto di vista dell'imposta non ci sia nulla da pagare e nulla da ricevere.