Mentre prosegue l'iter parlamentare per il varo della legge di Bilancio 2018 già varata dal Consiglio dei Ministri presieduto da Paolo Gentiloni, si arroventa sempre di più, di ora in ora, il confronto politico e sindacale sulla fase due della riforma Pensioni. E' in particolare l'aumento dell'età pensionabile a tenere banco e a scaldare gli animi negli ultimi giorni. Ma le organizzazioni sindacali e non solo attendono risposte anche su diverse questioni ancora aperte e perle quali sono già stati presentati diversi emendamenti a Palazzo Madama: dalla proroga dl regime sperimentale di Opzione donna all'estensione dell'Ape sociale e della Quota 41 per tutti lavoratori precoci.

Pensioni, Cgil: pronti a piazza, data dipende dal Parlamento

Il sindacato rosso guidato da Susanna Camusso è già pronto a mobilitarsi per dire no all'adeguamento automatico dei requisiti anagrafici per l'accesso a trattamento previdenziale previsto dalla legge Fornero. Se non si interviene con provvedimenti legislativi ad hoc, come chiedono i sindacati e come in parte sembra intenzionato a fare il Governo Gentiloni, salirà a 67 anni nel 2019 l'età per potere andare in pensione. La data della mobilitazione nazionale sarà decisa nei prossimi giorni, in base all'evolversi della discussione parlamentare sia sulla legge di Bilancio 2018 sia sul decreto fiscale. Il direttivo della Cgil ha già dato mandato al segretario generale di procedere in questa direzione.

Ancora distanze tra governo e sindacati sulla riforma pensioni

"Decideremo - ha dichiarato oggi il segretario generale della Cgil a proposito della data della mobilitazione - sulla base del giudizio che emergerà dall'incontro di sabato prossimo con il Governo". Ancora distanti le posizioni tra governo e sindacati. Decisivo dovrebbe essere l'incontro in programma sabato prossimo, 18 novembre.

"Le distanze con il Governo - ha detto infatti Susanna Camusso secondo quanto riporta l'Agi - sono molto significative. Penso che siano necessarie - ha sottolineato - forme di mobilitazioni visibili". Il leader della Cgil comunque non chiude al dialogo con l'esecutivo e sottolinea che ancora oggi punta a raggiungere un'intesa. In ogni caso si lavora per mantenere unitaria la posizione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil."Lavoriamo - ha detto Susanna Camusso secondo quanto riporta l'Ansa - per giudizio unitario".