L’esame della Legge Iori, approdata in commissione Bilancio al Senato in data 26 ottobre è ancora in corso. Dopo l'approvazione da parte della Camera del DDL 2443, tocca ora al Senato dare il placet definitivo all'importante progetto di legge DDL che disciplina anche le professioni di educatore professionale socio-pedagogico.

Vanna Iori, prima firmataria insieme a Francesca Puglisi, ha affermato che è importante che la 7^ commissione bilancio acceleri l’iter di recepimento dei pareri utili ai fini di una celere approvazione definitiva della legge nei prossimi 4 mesi.

Siamo dunque alle battute finali. L’assoluta novità della Legge Iori è proprio quella di consentire un riconoscimento e una tutela totale della professione di educatore professionale pedagogista.

Non sono tuttavia mancate le critiche specialmente da parte di altre categorie professionali quali psicologi ed assistenti sociali innanzitutto perché essi non potranno più fare gli educatori. La Legge Iori andrà infatti a svantaggio di assistenti sociali e psicologi che si troveranno esclusi dalla professione di educatore socio-pedagogico, posto che per esercitare le competenze di educatore occorrerà in futuro essere in possesso di laurea L-19. Se prima quindi anche loro potevano improvvisarsi educatori vista l’equipollenza delle lauree, l’entrata in vigore della Legge Iori impedirebbe di esercitare le competenze riservate appunto a tutti i laureati in Scienze della Formazione e dell’Educazione.

Legge Iori educatori: ecco quali saranno le nuove competenze degli educatori

La Legge Iori riconosce:

  • l’educatore socio-pedagogico, con laurea classe L-19
  • l’educatore socio-sanitario, con laurea classe L/SNT2.

Questo permetterà lo sviluppo di nuove figure professionali come gli educatori domiciliari, che devono essere in possesso di laurea in Scienze dell’educazione, i quali operano come liberi professionisti, gestendo e verificando interventi educativi indirizzati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti in difficoltà.

L’obiettivo principale è il miglioramento delle condizioni di vita dell’intero nucleo familiare attraverso un programma educativo, per scongiurare situazioni di emarginazione o devianza.

Ne consegue che tutti coloro che non sono in possesso di laurea potranno completare il loro percorso, solo attraverso il superamento di 60 cfu presso varie Università, anche telematicamente.

Il titolo di educatore può essere conseguito anche se:

  • si è superato un concorso pubblico;
  • si ha un diploma magistrale rilasciato entro il 2002;
  • se si è svolta tale professione per 3 anni anche non continuativi.

Si vuole quindi garantire l’esclusività della professione di educatore che diventerà prerogativa dei laureati nei corsi di laurea L-19 anche perché tale lavoro oltre ad essere complesso espone a rischi e incognite. E’ dunque indispensabile che l’educatore sia preparato, dal punto di vista teorico, psicologico e pratico- operativo. Sarà dato più rilievo a corsi di aggiornamento /approfondimento e soprattutto occorre fare tantissima pratica sul campo. Per rimanere informati e aggiornati su queste notizie potete cliccare il pulsante ‘'Segui'' in alto sinistra.