Da tempo non si vedeva l’ex Ministro Elsa Fornero, artefice dell’ultima vera riforma Previdenziale a memoria d’uomo, prendere ripetutamente parola sul tema Pensioni. La fase relativa alla previdenza sociale è di quelle importanti, anche se controriformare la Legge che porta il suo nome non è ipotesi fattibile ormai da diversi anni. Intervistata dal quotidiano “La Repubblica”, la Fornero, che qualche giorno fa sconsigliava al Governo di applicare iniziative volte a fermare il meccanismo che porterà le pensioni a 67 anni, ha manifestato la soddisfazione per la piega che sta prendendo la querelle pensionistica.
Soldi in manovra di Bilancio non ce ne sono per produrre interventi significativi sul tema pensionistico, con 16 dei 20 miliardi con cui è finanziata la manovra spesi per detonare il pericolo dell’aumento dell’Iva e delle accise come clausole di salvaguardia impongono. L’unico punto che la manovra potrebbe dedicare alla previdenza è sempre quello relativo alla stima di vita Istat.
Nessun passo indietro sarebbe possibile
Pochi giorni fa l’Istat ha confermato come la vita media degli italiani è aumentata. Nessuna novità su questo aspetto perché i dati dell’Istituto di Statistica hanno confermato quello che già da tempo si sapeva. Dal punto di vista previdenziale, però, l’aumento dà forza all’ipotesi di portare l’età pensionabile a 67 anni.
Un aumento che era già previsto dai tempi della riforma Fornero, perché proprio con il Governo Monti si mise in atto questo meccanismo che nasceva dall’ultimo Governo Berlusconi. In pratica, per esigenze di cassa, le pensioni devono essere spostate in avanti man mano che la stima di vita degli italiani cresce. La sostenibilità del sistema e gli impegni che il nostro Esecutivo ha preso negli anni con la UE sono fattori da tenere in considerazione e aumentare l’età pensionabile è fattore necessario.
Il fatto che l’Inps non possa permettersi di pagare le pensioni con le soglie attuali o che l’intero sistema sarebbe messo in seria difficoltà se si intervenisse a bloccare l’inasprimento è stato più volte detto. Prima la ragioneria di Stato, poi la Corte dei Conti e Bankitalia e adesso anche l’ex Ministro. Come riporta “rainews.it” la Fornero ha ribadito il suo concetto complimentandosi con Gentiloni e Padoan che hanno dichiarato di non fare passi indietro sul tema innalzamento dell’età.
Giovani penalizzati?
La presa di posizione della Fornero è stata argomentata con il fatto che rimandare la decisione sulla pensione a 67 anni o bloccare il meccanismo e lasciare la pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi come la si consegue oggi sarebbe solo una mossa elettorale. Infatti, pochi giorni fa intervenendo ad una trasmissione radiofonica dell’emittente dell’Università “Niccolò Cusano”, la Fornero sul probabile slittamento della decisione a dopo le elezioni, aveva tacciato il Governo di poco coraggio. Su Repubblica l’ex Ministro ha continuato sulla stessa linea, perché un intervento correttivo come quello che molti vorrebbero finirebbe per avvantaggiare i pensionandi più anziani, ma l’effetto si scaricherebbe sui giovani che rischierebbero davvero di non vedersi più pagate le pensioni.
Secondo la Fornero, poi, non è vero che mandare prima in pensione gli anziani permetta un ricambio generazionale tale da creare più posti di lavoro. L’occupazione secondo lei va rilanciata tramite politiche di lavoro attive, come quelle che gli ultimi Governi stanno mettendo in piedi. Infine, tornando alle pensioni dei giovani, secondo la Fornero solo tra 20 anni il sistema contributivo avrà completato il suo percorso diventando l’unico con cui verranno pagate le pensioni. Infatti solo dalla sua riforma le pensioni vengono pagate interamente con il contributivo e quanto fatto dal lei, quindi, necessita ancora di qualche anno di tempo per completarsi. Solo allora il sistema previdenziale si potrà dotare di quella flessibilità in uscita che molti richiedono ma che non è ancora possibile inserire per davvero nel sistema.