Ieri sera, ospite della trasmissione DiMartedì, la professoressa Elsa Fornero è tornata a parlare di Pensioni, lanciando da una parte una frecciata diretta a chi chiede l'abolizione della sua riforma e dall'altra applaudendo il governo Gentiloni per quanto sta facendo in termini di materia previdenziale, in riferimento all'esclusione dalla quota di 67 anni (a partire dal 1° gennaio 2019) di quelle categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose.

Intanto, è atteso per sabato 18 novembre il confronto decisivo fra governo e sindacati sul tema previdenziale. Alla vigilia dell'incontro, la posizione delle sigle sindacali è fredda, tanto che la Cgil minaccia la mobilitazione.

Le ultime dichiarazioni della Fornero

Elsa Fornero esordisce affermando: "Lo Stato non deve dimenticare i giovani e quelli che verranno. Ci manca una visione politica, strategica. Noi siamo sempre a difendere le nostre cose oggi, che però si rimpiccioliscono". Dallo studio centrale interviene Giovanni Floris. Il giornalista, conduttore di DiMartedì chiede: "E' vero che siamo sull'orlo del baratro, come ha detto Romano Prodi nei giorni scorsi?" La replica della Fornero è immediata: "Non credo che siamo sull'orlo del baratro, ma stiamo vivendo una crisi strutturale, che è anche compatibile con i segni positivi che vediamo dal punto di vista economico, dal punto di vista industriale, le cose non stanno andando così male", sottolinea l'ex ministro del Lavoro.

"Però - fa notare la professoressa - il nostro trend è più lento degli altri Paesi, la nostra capacità di fare innovazione, di fare buoni contratti sociali, di guardare al futuro. Prodi ha le sue ragioni per esprimere pessimismo, ma io credo che dobbiamo spingere i politici verso un'assunzione di responsabilità".

Nello specifico, sull'argomento pensioni, la Fornero ha ribadito concetti già esplicati in passato, facendo riferimento prima a quei partiti, come la Lega Nord ed il Movimento 5 Stelle, che vogliono abolire la sua riforma, e successivamente ad altri esponenti politici che desiderano intervenire ugualmente sull'impianto strutturale della legge, affermando quanto segue: "Ci sono alcuni che dicono come la riforma del governo Monti che porta il mio nome debba essere cancellata.

A questi politici bisogna chiedere molto chiaramente come fanno a trovare i soldi, chi favorirebbe la cancellazione di questa riforma, ci darebbe un futuro? Questo è il primo aspetto. Anche ad altri che non sono così radicali o se vogliamo così populisti, e che chiedono invece interventi che per esempio sono un po' pericolosi dal punto di vista del medio-lungo termine, bisognerebbe chiedere se è questo di cui l'Italia ha bisogno come priorità. Io capisco che le persone vogliano voler ritardare la pensione, ma non tutti. Dunque la posizione del governo, cioè quella di salvaguardare alcune categorie, credo che sia quella corretta, che vada incontro ad un principio di giustizia sociale ma che permetta anche di recuperare un po' di quella visione strategica di cui abbiamo parlato all'inizio".

Confronto con il governo, Cgil pronta alla mobilitazione

Giudizio fondamentalmente negativo da parte della Cgil sull'ultimo confronto con l'esecutivo tenutosi nella giornata di lunedì. Il sindacato italiano ha sollevato la paletta rossa dopo l'assenza di risposta da parte del governo sui diversi temi della cosiddetta fase 2 della riforma, dalla pensione dei giovani ai lavori di cura, senza dimenticare la condizione delle donne, i lavoratori del privato e la previdenza complementare. Più cauta la Uil, che chiede con forza la proroga dell'Ape social fino al 2019 e l'estensione del blocco dell'aspettativa di vita anche ai requisiti per la pensione di anzianità. Sindacati e governo saranno nuovamente faccia a faccia sabato mattina. All'incontro presenzierà anche il primo ministro Paolo Gentiloni.