Dalla revisione del calcolo dell'aspettativa di vita all'allargamento della platea dei lavoratori esentati dall'adeguamento automatico dell'età pensionabile a 67 anni, in procinto di scattare dal 1° gennaio 2019. Il confronto tecnico e politico tenutosi ieri a Palazzo Chigi fra governo e sindacati ha riservato diverse novità in campo previdenziale. La partita, però, ancora non è chiusa. Le due parti si sono aggiornate a sabato mattina, quando l'esecutivo presenterà un testo scritto attraverso cui risponderà a tutti i quesiti dei sindacati. In campo rimangono, anche se in posizione più defilata, eventuali interventi per giovani e donne.
Lavori gravosi, cambiano i requisiti
Fra le novità di giornata, la modifica dei requisiti richiesti per l'accesso alla pensione a 66 anni e 7 mesi delle persone addette a mansioni gravose è la più importante. Prima dell'incontro di ieri, era stata mantenuta l'idea di base dell'Ape sociale, ovvero la richiesta di 36 anni di contributi per poter lasciare il lavoro a 66 anni e 7 mesi. La proposta del governo ha abbassato la soglia a 30 anni. Sei anni in meno, con l'età pensionabile fissata a quella attuale e non 67 anni come invece vuole il nuovo adeguamento automatico legato alla speranza di vita.
Confermato l'allargamento della platea dei lavoratori. Dalle 11 previste dell'anticipo pensionistico agevolato, si passa a 15 categorie.
Alle 11 individuate per il nuovo strumento di pensione anticipata, se ne aggiungono dunque altre quattro: siderurgici, marittimi, agricoli e pescatori. Da una parte, le stime del governo individuano in circa 15-20 mila le persone che beneficeranno in tal modo del blocco dell'aspettativa di vita. Dall'altra invece, i sindacati continuano a considerare irreali i dati dell'esecutivo, considerando tali cifre irreali.
In riferimento alle 15 categorie di lavori gravosi, Cgil Cisl e Uil hanno chiesto al governo di allargare ulteriormente le maglie dell'Ape sociale. Una risposta è attesa per la giornata di sabato mattina, quando dovrebbe essere posta la parola fine al confronto fra le sigle sindacali ed il governo Gentiloni. Se dal sindacato di Susanna Camusso il giudizio complessivo rimane negativo, sembrano esserci maggiori spiragli da parte della Cisl, con Annamaria Furlan che attende il testo scritto attualmente in elaborazione da parte del governo e pronto fra qualche giorno.
Pensioni giovani e donne, il punto finale sabato
Il tema dell'aspettativa di vita ha fagocitato tutti gli altri punti della cosiddetta fase 2 della riforma Pensioni, come ad esempio i nuovi strumenti previdenziali per i giovani e le future generazioni, senza dimenticare la nuova pensione anticipata delle donne. Punti che sono stati ricordati al governo dai sindacati anche durante l'incontro di ieri. Il Sole 24 Ore non esclude che ci possano essere delle novità a riguardo in extremis, se non nella giornata di sabato almeno ne giorni a seguire della prossima settimana. Il sentiero rimane stretto, con il testo della Legge di Bilancio per il 2018 attualmente all'esame del Senato.
Allo stato attuale delle cose, rimane in secondo piano Opzione Donna, nonostante la generosa manifestazione di mercoledì 8 novembre in piazza Montecitorio.
I dati del contatore rimangono un miraggio, un dettaglio non trascurabile visto che - come ha ricordato l'onorevole Maestri (Possibile) - senza questi è impossibile per il Parlamento prevedere una proroga del regime sperimentale. Seguono aggiornamenti sulla delicata situazione, sia per quanto riguarda le eventuali anticipazioni sul testo del governo in preparazione per sabato sia sugli altri temi trattati quest'oggi.