Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 2 gennaio 2018 vedono aprirsi l'anno con l'arrivo delle nuove rivalutazioni assieme ai primi assegni. Si tratta a tutti gli effetti di mini-importi, che rappresentano però un importante punto di discontinuità rispetto al passato, visto che gli adeguamenti erano bloccati ormai da due anni. Dal punto di vista delle pensioni anticipate torniamo ad evidenziare la prosecuzione della situazione di stallo in merito all'APE volontaria, mentre il gruppo "lavoro e pensioni" su Facebook sottolinea le disparità presenti in LdB2018 tra accesso alla pensione con la Quota 41 e l'APE sociale.

Resta infine da valutare come saranno accolti dalle associazioni di categoria gli ultimi aggiornamenti riguardanti RITA, che dovrebbe consentire nelle situazioni di maggior disagio l'accesso alle pensioni integrative con un anticipo fino a 10 anni. Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Arrivano le rivalutazioni, ma gli importi saranno contenuti

Con l'avvio del 2018 tornano finalmente le rivalutazioni degli assegni Inps, dopo un biennio di blocco. Le pensioni saranno aggiornate sulla base degli ultimi dati Istat disponibili ad un tasso dell'1,1%, ma bisogna tenere presente che si tratta di un dato provvisorio.

L'importo aggiuntivo sarà però presente fin dalla prima rata di gennaio. In termini pratici, gli aumenti potranno arrivare ad un massimo di 260 euro l'anno e saranno decrescenti al crescere del reddito. I dettagli sono stati resi disponibili con un'apposita circolare dell'Inps pubblicata lo scorso 21 dicembre, all'interno della quale sono state inserite anche tutte le tabelle di riferimento per effettuare il calcolo della propria rivalutazione. Gli importi minimi non saranno comunque inferiori alle 70 euro l'anno. Da tenere presente inoltre che sempre nel corso del 2018 sarà presente un piccolo conguaglio (si parla dello 0,1%) dovuto al congelamento delle perequazioni del 2015. L'addebito sarà effettuato direttamente a gennaio per le trattenute fino a 6 euro ed a febbraio per chi dovesse superare il suddetto importo.

Pensioni anticipate e APE volontaria: prosegue l'attesa per l'inoltro delle domande

Siamo arrivati a gennaio 2018 ma ancora non è chiaro quando potranno essere inviate le prime domande di certificazione dei requisiti utili per l'accesso all'ape volontaria. In diverse occasioni nelle ultime settimane si è sembrati vicini ad una definitiva conclusione della vicenda, ma di fatto risultano ancora mancanti le firme di ABI e ANIA necessarie per poter chiudere l'accordo. Bisogna inoltre considerare che una volta espletato questo passaggio, i tempi tecnici necessari ad Inps e Ministero del Lavoro per rendere operativo il provvedimento prevedono almeno due o tre settimane, pertanto al momento appare difficile che le pratiche dei lavoratori possano essere inviate prima di febbraio 2018.

Da parte nostra continueremo a ribadire le proteste che registriamo dai potenziali richiedenti. Sono infatti in molti a contattarci periodicamente sulla nostra pagina Facebook "Riforma pensioni e lavoro" per sapere se ci sono aggiornamenti e per chiederci di mantenere alta l'attenzione sul mancato avvio del provvedimento.

Ancora disparità per i lavoratori precoci: le critiche di Mauro D'Achille

"I benefici per il pensionamento anticipato legato alla disoccupazione sono stati modificati, ma soltanto per chi utilizza l'APE social e non per i precoci". Lo afferma Mauro D'Achille, Amministratore del gruppo "Lavoro e Pensioni: problemi e soluzioni", spiegando che "a causa del taglio di un emendamento, i disoccupati, anche a causa di risoluzione di un contratto a termine, saranno ammessi ad ape social purché abbiano usufruito di un ammortizzatore sociale, e che nei 36 mesi precedenti la domanda abbiano lavorato come dipendenti per almeno 18 mesi.

Tale beneficio però, come detto, non sarà esteso ai lavoratori precoci". Secondo D'Achille, "la motivazione è, appunto, la mancata approvazione alla Camera di un emendamento che invece il Senato aveva approvato. Motivo ufficiale, la necessità di reperire la copertura finanziaria... In questo modo però si è venuta a creare una evidente disparità di trattamento per i due filoni di pensionamento anticipato, che finora avevano camminato di pari passo su tutti i requisiti. Sarà soltanto economica la motivazione?", si domanda pertanto l'amministratore del gruppo.

Con RITA i fondi pensione si trasformano in strumenti di welfare

Tra le novità più importanti della legge di bilancio 2017 troviamo al rendita integrativa temporanea anticipata (RITA) dei fondi pensione, ma la misura non è riuscita a decollare perché strettamente legata all'APE volontaria.

Come abbiamo detto di recente, la speranza è che l'anticipo di mercato possa sbloccarsi a breve, ma con gli ultimi interventi il legislatore ha voluto slegare la RITA dall'APE con l'obiettivo di dare fino a 10 anni di flessibilità a chi ha scelto di aderire alla previdenza complementare. I lavoratori iscritti troveranno infatti requisiti più morbidi nel 2018, a partire dalla possibilità di fruire della rendita dai 57-58 anni nei casi di inoccupazione conclamata. Sulla questione è ora importante vedere come si muoveranno le principali associazioni di categoria, cioè Assofondipensione, Assogestioni e Ania (rappresentanti rispettivamente dei fondi negoziali, di quelli aperti e dei Pip di natura assicurativa).

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un nuovo commento nel sito in merito alle ultime novità che abbiamo riportato. Mentre per ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni ricordiamo di utilizzare la funzione "segui" disponibile in alto, vicino al titolo dell'articolo.