Il Governo è ancora in fase di trattativa con Bruxelles sulla nuova manovra finanziaria al fine di evitare la procedura d'infrazione da parte della Commissione Europea per via degli ingenti costi richiesti dalla nuove misure inserite a bilancio. Ad essere interessate a possibili modifiche sono le due misure che costituiscono i pilastri fondamentali della Legge di Stabilità: quota 100 e reddito di cittadinanza che, con molta probabilità, potrebbero subire delle modifiche.
Durigon contrario alla quota 104 di Brambilla
I disegni di legge infatti non sono ancora stati ultimati in via definitiva e il Governo sta valutando tutte le ipotesi per contenere i costi e ridurre il deficit che finora è fissato al 2,4%.
Numerose sono le ipotesi formulate in questi giorni che riguardano alcuni paletti da introdurre al sistema di quota 100: il professore universitario ed esperto di previdenza, molto vicino alla Lega, Alberto Brambilla ha proposto l'introduzione della quota 104, volta a garantire il pensionamento a tutti i lavoratori che, alla data del 31 dicembre 2018, abbiano raggiunto da almeno 24 mesi i 62 anni di età e 38 anni di versamenti contributivi. Tale ipotesi però non viene condivisa dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon, che smentisce ogni possibilità di introduzione dei paletti, rassicurando che il sistema del pensionamento anticipato prenderà piede dal prossimo anno.
Quota 100 potrebbe essere in versione ponte
Confermate anche le tre finestre trimestrali e il divieto di cumulo fra i redditi di lavoro e quelli di pensione. Tuttavia il Governo sembra intenzionato ad una misura in via sperimentale: quota 100 potrebbe essere infatti una misura ponte fino al 2022, consentendo il pensionamento a circa 350 mila lavoratori.
Solo a partire dal 2022 scatterebbe invece l'uscita anticipata dopo la maturazione dei 41 anni di versamenti contributivi a prescindere dall'età anagrafica (la cosiddetta quota 41). Stando a quanto riportato dal giornale online Ipsoa, quota 100 si tradurrebbe in un intervento ponte che dovrebbe portare al pensionamento con quota 41 come specificato anche nel contratto di Governo stipulato fra Lega e Movimento 5 Stelle.
Quanto all'Ape Sociale e alla proroga del regime sperimentale donna, l'esecutivo sembra aver deciso che le due misure verranno prolungate soltanto per il 2019 mentre lo stop all'adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita scatterà a partire dal 2019 solo per la pensione di vecchiaia.