"Vediamo se Quota 100 e reddito di cittadinanza possono costare meno", lo ha dichiarato il ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria a margine dell'audizione in Commissione Bilancio alla Camera: Tria ha lasciato intendere la volontà del Governo ad un'apertura a nuove modifiche sulle misure chiave della nuova Legge di Stabilità 2019 al fine di raggiungere un compromesso con la Commissione Europea.
Tria pronto a nuove misure aggiuntive
Sia Quota 100 sia reddito di cittadinanza, infatti, sono in corso di definizione e sui decreti che dovranno essere emanati entro Natale non c'è nulla di concreto.
Per la Commissione Europea, infatti, i due interventi in campo previdenziale sono insostenibili dal punto di vista economico e, dopo aver bocciato il testo della nuova Legge di Bilancio, ha mostrato la volontà di avviare la preoccupante procedura d'infrazione. Stando a quanto riportato dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", il numero uno del ministero delle Finanze avrebbe aperto a nuove modifiche sulle misure tanto sbandierate da Lega e Movimento 5 Stelle. Difatti, Quota 100 e reddito di cittadinanza non hanno ancora disegni di legge definitivi e il Governo gialloverde sta valutando i costi sulle misure a fronte della riduzione del deficit.
Stando a quanto affermato dallo stesso Tria, si confermano nuovi studi e simulazioni da parte dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e del Mef al fine di comprendere come utilizzare maggiori risorse per ridurre il deficit che finora è fissato al 2,4% del Pil.
"E' una scelta politica", ha aggiunto Giovanni Tria spiegando che il Governo potrebbe optare per nuove misure aggiuntive per diminuire il deficit.
Durigon conferma Quota 100 senza paletti
Tuttavia, l'esecutivo sembra confermare il meccanismo della Quota 100 con il sistema delle finestre a cadenza trimestrale mentre preoccupa la nuova ipotesi lanciata dal consigliere economico della Lega Alberto Brambilla riguardante l'introduzione della Quota 104, ovvero, l'uscita anticipata per tutti coloro che hanno raggiunto almeno 62 anni di età anagrafica accompagnati dal 38 anni di versamenti contributivi maturati da almeno due anni.
Lo scopo avrebbe come obiettivo la riduzione della platea dei beneficiari per garantire un maggior risparmio per le casse statali. Stando a quanto riporta l'Ansa, invece, il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon ha spiegato: "Non c'è nessun paletto che sposti avanti Quota 100. Chi avrà 62 anni di età e 38 anni di contributi l'anno prossimo potrà andare in pensione".