Si continua a discutere sul meccanismo della Quota 100 e sul reddito di cittadinanza che non sono inclusi negli emendamenti presentati nei giorni scorsi in Commissione Bilancio alla Camera anche se il Governo Conte sta tuttora lavorando su un probabile abbassamento dei costi sulle misure al fine di garantire un maggior risparmio per le casse statali.

Durigon conferma: 'Quota 100 dal 2019'

Come ormai tanti sanno, infatti, i due pilastri fondamentali della nuova Legge di Stabilità 2019 saranno emanati con due decreti a parte e con molta probabilità prenderanno piede a partire dal prossimo febbraio 2019 come confermato anche dal sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon il quale avrebbe lanciato delle notizie rassicurante sulle misure in materia previdenziale.

Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Messaggero", l'esecutivo giallo-verde ha confermato anche il sistema delle finestre mobili trimestrali: per i dipendenti del settore privato saranno quattro mentre i dipendenti appartenenti al pubblico impiego si sta valutando la possibilità di inserire un preavviso di pensionamento di ulteriori sei mesi al fine di garantire la continuità amministrativa e dare la possibilità al ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno di bandire nuovi concorsi pubblici.

Quota 41 è l'obiettivo finale

Lo stesso Durigon illustra i numeri dei potenziali beneficiari che a partire dal 2019 potranno accedere al pensionamento anticipato: si tratta di circa 350 mila lavoratori per un costo stimato pari a 6,7 miliardi di euro.

Tuttavia, si tratta di una misura ponte che durerà fino ad un massimo di tre anni per poi dare spazio alla Quota 41. A partire dal 2022, infatti, il Governo potrebbe iniziare a lavorare ad un provvedimento successivo volto a garantire la flessibilità in uscita a tutti i lavoratori che hanno raggiunto almeno 41 anni di anzianità contributiva indipendentemente dall'età anagrafica.

"Abbiamo sempre detto che è una opzione. Ricordo che tra le regole ci sarà anche il divieto di cumulo da uno a cinque anni per chi anticipa l'uscita", ha spiegato ancora Durigon ricordando che la norma sul divieto di cumulo potrebbe favorire il cosiddetto ricambio generazionale che costituisce uno degli obiettivi del Governo per incentivare l'occupazione soprattutto fra i giovani.

Il Governo, inoltre, avrebbe confermato lo stop all'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita bloccando l'aumento dei requisiti di ulteriori cinque mesi. Durigon, infatti, annuncia che a partire dal 2019 si potrà lasciare anticipatamente l'attività lavorativa con 42 anni e 10 mesi di contribuzione effettiva.