Con l’approvazione definitiva del decreto n°4 del 2019 da parte del Senato, anche il reddito di cittadinanza è definitivamente approvato. Il cosiddetto decretone è diventato legge e adesso le misure previste al suo interno hanno il loro testo definitivo. Sul portale ufficiale di Palazzo Chigi, “governo.it”, ci solo le slide illustrative di tutte le misure, compreso naturalmente il reddito di cittadinanza. La misura che secondo i legislatori dovrebbe dare un aiuto alle famiglie in termini di reddito e favorire l’occupazione, prevede anche incentivi alle aziende che andranno a proporre i posti di lavoro ai beneficiari del sussidio.

Inoltre c’è la concreta possibilità di un aiuto, sempre per chi rientrerà nel programma, di avviare una attività imprenditoriale.

Le proposte di lavoro

Il soggetto che rientrerà nel reddito di cittadinanza ha l’obbligo di sottoscrivere il patto di lavoro, il patto di formazione o il patto sociale. Chi ha già le necessarie competenze per poter già essere ricollocato al lavoro ed ha naturalmente 18 anni di età (non solo il beneficiario, ma anche tutti i componenti del suo nucleo familiare), deve sottoscrivere presso l’Ufficio di Collocamento, il patto di lavoro. Per chi invece deve dotarsi delle opportune competenze e qualifiche, deve sottoscrivere il patto di formazione. Per chi non è in condizione di lavorare, per età, disagio fisico o altre particolari situazioni, occorre sottoscrivere il patto sociale.

La frequenza dei corsi di formazione e degli altri progetti avviati per ogni singolo percettore del sussidio è necessario per la continuità della sua fruizione. Con il patto di lavoro inoltre ci si dichiara anche disponibili ad accettare una delle tre proposte lavorative che verranno offerte. Durante i primi 12 mesi di inserimento nel programma la prima proposta congrua deve essere entro 10 km di distanza dal comune di residenza.

Rifiutando la prima si apre alla seconda, che può sopraggiungere da una distanza fino a 250 km, mentre la terza da tutto il territorio nazionale. Se la prima proposta arriva decorsi i primi 12 mesi di programma, può arrivare subito da una distanza massima di 250 km. Per essere congrue le proposte di assunzione devono contemplare uno stipendio di un 10% più alto del reddito di cittadinanza stesso, cioè di almeno 858 euro al mese.

Incentivi alle imprese o all’auto-imprenditorialità

Tra le info del governo c’è il richiamo agli incentivi che la stessa misura offrirebbe alle imprese che andranno ad assumere lavoratori estrapolandoli dal programma reddito di cittadinanza. Nelle slide anche esempi concreti di come funzionano gli incentivi. Alle imprese in sede di assunzione verrà girato l’importo del reddito di cittadinanza che sarebbe finito nelle tasche del soggetto beneficiario se non avesse trovato assunzione. In parole povere, assumere un “sussidiato” dopo i primi 4 mesi di fruizione del benefit, significa per l’azienda incassare le restanti 14 mensilità che sarebbero toccate al precedentemente disoccupato, sotto forma di sgravio contributivo.

Lo stesso sistema può essere sfruttato da coloro che hanno il sogno di realizzare una impresa autonoma, una attività in proprio. Infatti colui che percepisce il reddito di cittadinanza e si adopera per avviare una propria attività auto-imprenditoriale, potrà sfruttare con un bonifico unico tutte le mensilità ancora spettanti di reddito di cittadinanza.