La procedura di convocazione dei vari beneficiari del reddito di cittadinanza presso gli uffici di collocamento per la sottoscrizione del patto di lavoro e per l’avvio delle procedure di politica attiva del lavoro che la misura stessa prevede sarebbe dovuta partire a maggio. La legge del reddito di cittadinanza infatti stabilisce che entro 30 giorni dalla erogazione de sussidio, cioè dal riconoscimento del beneficio, il titolare del sussidio avrebbe dovuto iniziare tramite gli Uffici Territoriali del Lavoro il precorso di reinserimento nel mondo del lavoro.
Con sensibile ritardo, essendo ormai luglio alle porte, la seconda fase della celebre misura di contrasto alla povertà sembra ormai pronta a partire. Il Corriere della Sera con un articolo di ieri 24 giugno mette in risalto proprio l’avvio della cosiddetta fase 2. Sarebbero in procinto di essere convocati dagli uffici del collocamento, 120.000 famiglie beneficiarie del sussidio. Alla convocazione sarà obbligatorio presentarsi perché come largamente previsto, si rischiano pesanti sanzioni.
Tutto è pronto per la fase 2
Le imminenti comunicazioni di convocazione riguarderanno come è naturale che sia, le famiglie al cui interno ci sono soggetti subito attivabili in materia di politica attiva sul lavoro, cioè quelli che sono idonei ad avviare il percorso di qualificazione e ricerca del lavoro.
Dal momento che il maxi concorso per la figura di navigator è finito, nulla ostacola il via alla fase successiva del reddito di cittadinanza dopo le assegnazioni del sussidio, le consegne delle card e le prime due ricariche già finite sulle card dei beneficiari. Proprio sulla nomina dei navigator è possibile caricare la causa di questo sostanziale ritardo nell’avvio della misura a 360 gradi.
Il navigator è il soggetto che assunto dai centri per l’impiego proprio in funzione del reddito di cittadinanza, affiancheranno i beneficiari affinché possano uscire dalla situazione di disagio in cui versano e che ha dato luogo proprio alla fruizione del sussidio.
Chi verrà convocato?
La chiamata per adesso riguarderà 120mila nuclei familiari.
Poi si passerà agli altri perché in base alle domande pervenute 120mila beneficiari sono solo il 24% della potenziale platea di soggetti che potrebbero beneficiare del sussidio. Probabilmente via telefono gli uffici di collocamento chiameranno i beneficiari del sussidio per dare il via al procedimento che si completerà in un primo momento con la firma del patto di lavoro, che in sintesi significa accettare di frequentare assiduamente i corsi formativi, dichiararsi disponibili a cercare lavoro ed eventualmente accettare eventuali Offerte di lavoro congrue.
Cosa si rischia a non presentarsi una volta convocati?
Il decreto che ha sostanzialmente creato il reddito di cittadinanza sugli obblighi dei fruitori del sussidio è stato subito abbastanza chiaro.
Uno di questi è proprio l'obbligo di rispondere positivamente alla convocazione. Per quanti non si presenteranno all'appuntamento fissato dai centri per l'impiego le sanzioni sono pesanti e possono portare perfino alla revoca del reddito di cittadinanza.
Ipotizzare adesso che molti soggetti daranno "buca" all'appuntamento non sembra esercizio azzardato. Il motivo è lo stesso che fin da maggio rappresenta una delle critiche più forti alla misura, ovvero il problema importi. Secondo i numeri che il Corriere riporta nel suo articolo, ogni 3 beneficiari del reddito di cittadinanza c'è ne sarebbe uno che ha preso un sussidio mensile inferiore a 300 euro. Immaginare assenze alle convocazioni vista la pochezza delle cifre e di ciò che si andrebbe a perdere, risulta assai probabile.
Il sistema sanzionatorio è ormai definito. Non presentarsi alla convocazione può portare alla perdita di un mese di benefit. Saltare anche la seconda convocazione invece farebbe perdere due mesi di sussidio. Dalla terza assenza invece scatterebbe la perdita definitiva del reddito di cittadinanza e l'uscita dall'elenco dei beneficiari.