Nella serata di ieri si è aperta ufficialmente la crisi di Governo, con la prospettiva di nuove elezioni nel prossimo autunno. Un evento che non scombina solamente le carte dell'attuale assetto politico, ma che potrebbe avere un impatto anche sulle politiche di riforma del settore previdenziale e sulle proposte avanzate dall'esecutivo negli scorsi mesi.
Pensioni flessibili e Quota 100: cosa cambia con la crisi di Governo
Resta implicito che difficilmente le misure già approvate rischino di essere smontate, anche perché nella formazione del prossimo esecutivo la Lega dovrebbe continuare ad avere un ruolo chiave. Per questo motivo, le pensioni anticipate tramite quota 100 disponibili per tutti i lavoratori a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione dovrebbero poter proseguire nella propria sperimentazione (risultando in scadenza solo al termine del 2021). Il provvedimento risulta infatti già coperto da adeguati stanziamenti.
Ed anzi, il livello di spesa potrebbe essere inferiore rispetto alle stime iniziali anche nei prossimi anni. Un motivo in più per vedere confermata la misura di area leghista qualora la prossima tornata elettorale confermi la Lega come primo partito.
I dubbi sulla proroga dell'opzione donna e sulla quota 41
Le cose divengono un po' più complicate se si pensa agli altri provvedimenti in corso di realizzazione. È il caso ad esempio della quota 41 per tutti, che è stata promessa dal governo giallo-verde uscente solo al termine naturale della legislatura (quindi dopo la scadenza della quota 100 ed a partire dal 2022). Nel breve termine non sembra infatti possibile realizzare contemporaneamente una simile misura assieme alla nuova flat tax, altro cavallo di battaglia presente nell'agenda leghista.
Diverso ancora il caso delle proroghe di altri provvedimenti già in essere e che ora risultano in scadenza entro la fine dell'anno. È il caso della proroga dell'opzione donna al 2020, che doveva essere inserita all'interno della prossima legge di bilancio e per la quale ora bisognerà osservare l'evolvere degli eventi. Lo stesso si può dire della proroga dell'APE social e della versione volontaria.
Il ritorno al voto ed il rischio dell'esercizio provvisorio
Nel frattempo, una delle prospettive possibili sembra purtroppo l'avvio dell'esercizio provvisorio. In questo caso però prenderebbe forma una modalità di prosecuzione dell'ordinaria amministrazione fino alla formazione del nuovo governo. Nella pratica, si proseguirebbe a riscuotere le entrate ed a pagare le pensioni e gli stipendi, ma vi sarebbero margini operativi estremamente ridotti per nuove iniziative.
Questo scenario escluderebbe la stesura della legge di bilancio entro il prossimo 20 ottobre. Una prospettiva che non significherebbe solo lo stallo sulle nuove misure di flessibilità previdenziale, ma anche il temuto incubo dell'aumento dell'Iva.