Arrivano i dati sulla perdita degli assegni di pensione a causa del meccanismo della mancata rivalutazione degli importi all'indice di inflazione. Il calcolo è stato fatto dal Dipartimento politiche previdenziali e fisco della Fnp Cisl sulle Pensioni di importo a partire da tre volte il minimo e riguarda all'incirca sedici milioni di pensionati che vedranno gli assegni previdenziali abbassarsi già a partire dal corrente triennio, dal 2019 al 2021, per poi accelerare la perdita per ciascun anno susseguente al 2022.

Le pensioni prese in esame dalla Fnp Cisl sono quelle di importo pari a 1.600, 1.700 e 1.900 euro netti (molte delle quali corrispondono alla media delle pensioni di chi è uscito con quota 100) con perdite che possono arrivare a 500 euro al mese per l'intero triennio per poi toccare circa 300 all'anno dal 2022.

Pensioni di 1.900 euro, uno degli assegni medi di quota 100: perdite nel triennio 2019-2021 e dal 2022

La perdita dell'importo delle pensioni deriva dal meccanismo introdotto dalla riforma delle pensioni di Elsa Fornero di mancato adeguamento all'inflazione che colpisce determinati scaglioni pensionistici.

Per le pensioni di importo triplo rispetto a quelle minime, nelle quali rientrano anche svariati importi derivanti dalle uscite con pensioni anticipate a quota 100, il mancato adeguamento all'inflazione pesa con perdite che vanno a crescere all'aumentare del mensile. Pertanto, le pensioni che hanno importi di 1.600 euro netti annui (corrispondenti a mensili lordi intorno ai 2.100 euro), nel 2019 subiranno una perdita al mese di 4,67 euro che aumenterà, nel 2020, a 10,74 euro e a 20,51 euro nel 2021. Pertanto, nell'intero triennio chi guadagna sui 1.600 euro netti di pensione perderà all'incirca 467 euro, mentre a partire dal 2022 e per tutti gli anni successivi, il mancato adeguamento all'inflazione produrrà una riduzione dell'assegno di 267 euro ogni dodici mesi.

La perdita dei mensili pensionistici sarà più accentuata per le pensioni lorde di 2.300 euro, corrispondenti ad un netto di 1.700 euro. Infatti, secondo i dati della Cisl, la perdita per il 2019 si attesterà a 4,96 euro mensili, meno della metà rispetto al 2020 quando si perderanno 11,50 euro e meno di un quarto rispetto al 2021 quando le pensioni scenderanno di 21,76 al mese. Nel totale del triennio 2019-2021, chi prende sui 1.700 euro al mese subirà una perdita di 496 euro, mentre a iniziare dal 2022 la riduzione si attesterà sui 283 euro per ogni anno.

Pensioni, perdite di importo mensile nel triennio 2019-2021: ultime novità di oggi

A rimetterci di più, nelle cifre, saranno i contribuenti che percepiscono una pensione sui 2.500 euro lordi, corrispondenti ad un netto che si aggira intorno ai 1.900.

Infatti, nelle previsioni del sindacato, la perdita mensile del 2019, del 2020 e del 2021 si attesta, rispettivamente, a 5,24, 12,05 e 23,01 euro. Nel totale, chi prende una pensione sotto i duemila euro perderà nell'intero triennio 2019-2021 circa 524 euro, ma la riduzione maggiore si verificherà a iniziare dal 2022 quando si perderanno all'incirca 300 euro all'anno. Alla riduzione dell'assegno per la mancata rivalutazione delle pensioni all'inflazione va aggiunta l'Irpef che pagano i pensionati: nel caso specifico, sulle pensioni che arrivano a circa 20 mila euro, l'imposta pesa per circa 4.000 euro, corrispondenti a un quinto della pensione annuale.