Pensioni anticipate, nel 2019 non solo l'uscita è garantita da quota 100: le altre formule di pensionamento rapide da lavoro, ovvero le pensioni anticipate con i requisiti della riforma Fornero (che resteranno bloccati fino al 2026), l'opzione donna, la quota 41 dei lavoratori precoci e l'Ape social provano, tutte insieme, a sorpassare nelle cifre la misura introdotta dalla Lega di Matteo Salvini e dal Movimento 5 Stelle, partiti di maggioranza del precedente Governo. La corsa alle pensioni a quota 100 a 62 anni di età e con almeno 38 anni di contributi si è stabilizzata su cifre al di sotto delle attese e la metà dei contribuenti sta tentanto la pensione anticipata con altre formule di pensionamento.

Al 10 settembre scorso, scrive Il Sole 24 Ore, su 341 mila domande di pensione anticipata, poco meno della metà non riguardava quota 100 ma gli altri meccanismi di uscita.

Pensioni anticipate: ultime notizie oggi su quota 100, uscita precoci quota 41 e opzione donna

Fino alla fine del 2019, dunque, le pensioni a quota 100 rischiano di perdere la propria leadership a favore delle pensioni anticipate a 42 anni e dieci mesi di contributi (le donne escono con un anno in meno di contributi), dell'opzione donna, dei precoci con quota 41 e dell'Ape social. I numeri sono stati riportati dal quotidiano economico: per le pensioni anticipate a quota 100, al 10 settembre sono arrivate 175.999 domande di uscita, ma solo 110.733 accolte.

Il trend è al ribasso rispetto alle attese che prevedevano circa 290 mila domande di pensionamento con quota 100 fino al termine dell'anno. Sotto la lente di ingrandimento sono invece finite (ai fini della spesa pubblica) le altre formule di pensionamento anticipato in deroga alla riforma Fornero: secondo i tecnici del Ministero dell'Economia, infatti, gli altri quattro canali mostrano un andamento in crescita, con conseguente aumento della spesa.

Infatti, le pensioni anticipate con 42 anni e dieci mesi di contributi al 10 settembre segnavano 124 mila domande presentate, delle quali oltre 55 mila accolte e le restanti inattesa di risposta. Più di una domanda su tre del totale delle pensioni anticipate.

Pensione anticipata della riforma Fornero, uscita quota 41 e opzione donna insidiano quota 100

Dunque, le pensioni anticipate con i requisiti Fornero (ma in deroga rispetto all'adeguamento alla speranza di vita fino al 2026) hanno segnato il trend più alto durante l'estate: se a giugno, infatti, le domande di pensione anticipata risultavano 81.500 (cresciute di oltre 30 mila fino a settembre), le pensioni a quota 100 invece avevano già 145 mila domande, aumentate di "appena" 30 mila domande nei mesi estivi. È rilevante anche il numero di domande di uscita con opzione donna: a inizio settembre le domande sono risultate 20 mila (in flessione rispetto alle 15 mila presentate già a giugno) a conferma comunque del gradimento sia delle lavoratrici che dello stesso Governo Conte-bis.

L'opzione donna, infatti, con il largo taglio dell'assegno pensionistico in cambio dell'uscita dai 58 anni e con 35 anni di contributi garantisce un taglio della spesa publica rilevante, tanto che si ipotizza una possibile proroga anche per il 2020. Più marginali, ma comunque significative, sono state le pensioni anticipate dei lavoratori precoci con quota 41 e per l'Ape social: per la prima misura pensionistica sono state presentate 11.500 domande, in attesa della seconda fase di pensionamento prevista per la fine di novembre (dopo quella di marzo). Per l'Ape social (con finestra fissata allo scorso 31 marzo) le domande sono state poco più di 9.300: sul tavolo dei tecnici che dovranno studiare la riforma delle pensioni del 2020 c'è la possibilità di rendere strutturale l'anticipo pensionistico nelle sue tre formule di uscita (social, volontario e aziendale) e le agevolazioni per i contribuenti impiegati in attività gravose o usuranti.