Gli ultimi giorni del mese di novembre saranno caratterizzati da una serie di scioperi. Il settore dei trasporti verrà interessato da alcune agitazioni sindacali, che metteranno a rischio il regolare servizio di mezzi pubblici, treni e aerei. Già da alcune settimane era ben nota la protesta nel comparto aereo prevista per il 25 novembre. A poche ore di distanza si svolgerà anche uno sciopero dei trasporti, che coinvolgerà gli altri comparti.

La data da cerchiare in rosso sul calendario sarà quella del 29 novembre. Ad organizzarlo è stato il sindacato USB su tutto il territorio nazionale. Riguardo al comparto ferroviario, avremo uno stop da mezzanotte alle ore 21.00. Ad incrociare le braccia sarà anche il personale del TPL, che si asterrà dal lavoro per 24 ore. In questo caso le modalità saranno territoriali.

Al momento sono state annunciate le proteste presso i bacini di Modena, Reggio Emilia e Piacenza da parte dei dipendenti di SETA, nonché dei lavoratori di CTT NORD nelle province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara. Nel primo caso avremo 24 ore di stop, mentre nel secondo casa ci attenderà un’agitazione sindacale di sole 4 ore.

La giornata di sciopero andrà a coinvolgere anche il comparto marittimo, con i collegamenti verso le isole maggiori e minori a rischio. Inoltre, ci saranno disagi anche per quanto riguarda trasporto merci e logistica. Non sarà interessato il comparto aereo, che verrà interessato da una protesta qualche giorno prima.

Si sciopera anche per liberare Taranto dai veleni

Durante la giornata del 29 novembre, oltre a fermarsi i trasporti su tutto il territorio nazionale, avremo una manifestazione a Taranto, per dire “NO ai ricatti all’ex ILVA”. Sempre USB è promotrice dell’iniziativa, con cui si chiede di liberare la città pugliese dai veleni, chiudendo gli impianti inquinanti. Inoltre, viene chiesto al Governo di attuare una Politica industriale a gestione pubblica per lo sviluppo, la difesa dell’ambiente e la salute dei lavoratori.

L’obiettivo è quello di salvare Taranto e chiudere le fonti dell’inquinamento, che ha portato i cittadini a piangere numerosi morti e continua ancora gli stessi a sopportare fumi e polveri dell’ex ILVA, pur di salvaguardare i posti di lavoro. Al contrario di CGIL, CISL e UIL, USB non accetta che venga piegata ancora la testa e respinge i ricatti.

Nel corso dell’ultima decade del mese corrente si svolgerà anche un’altra mobilitazione da parte di USB, a cui prenderanno parte numerose persone. In data 23 novembre avremo la manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne e la violenza di genere. In questo caso ci attenderà un corteo a Roma assieme al “Movimento Non Una di Meno”. Appuntamento alle ore 14.00 in Piazza Repubblica nella capitale.