Gli agenti di commercio, i farmacisti e gli infermieri si sono uniti in un unico dipartimento, nato in seno alla Federcontribuenti, contro i rispettivi enti previdenziali: Enasarco, Enpapi ed Enpaf. Le categorie lamentano scarsa trasparenza nella gestione dei fondi e requisiti restrittivi per l'ottenimento di una adeguata pensione.

La Enasarco, come dichiarato dal portavoce Stefano Ticozzelli, ''In Italia rappresenta un caso unico di ingiustizia nell’ambito previdenziale. Nessuno altro Ente di previdenza complementare è obbligatoria tranne l’Enasarco e così, i rappresentanti e gli agenti di commercio sono obbligati a versare i contributi verso due Enti, l’Inps e l’Enasarco senza però avere garanzie da quest’ultima rischiando di pagare contributi a fondo perduto”.

I requisiti per maturare la pensione Enasarco: 67 anni di età e 20 anni di contributi versati.

Ticozzelli: ''Ogni anno circa 4 mila agenti di commercio smettono di lavorare per fallimento e anche per chi ha versato 15, 16 anni di contributi Enasarco, deve considerarli contributi a fondo perduto in quanto non maturano in una pensione e non confluiscono all'INPS''.

Per la Enasarco si parla di numeri impressionanti

Lucaselli, responsabile rapporti con il Parlamento: ''Gli iscritti presso l’ente Enasarco sono circa 1.000.000; di cui circa 230 mila in attività; 120.000 in pensionamento e 650.000 non attivi. Questi 650 mila inattivi rientrano nella categoria dei silenti, lavoratori che hanno lavorato fino a 15 anni versando regolarmente i contributi alla Enasarco, contribuendo al sostentamento dell'ente per 7.250.000.000 euri, perdendo tutto.

Chiaro che, di fronte a questi imponenti numeri, gli iscritti Silenti rivendicano giustizia ai sindacati, per farsi portavoce nei confronti dell’ente previdenziale Enasarco e delle stesse istituzioni governative per tutelare i diritti previsti dalla Legge N. 613 del 22 luglio 1966, articoli 20-21-29''.

Infermieri

Anche la categoria degli infermieri denuncia gravi irregolarità sia sui contratti di lavoro sia sul sistema previdenziale legato all'Enpapi: ad una simulazione sul sito Enpapi è emerso che con 100 mila euro di contributi versati l’assegno mensile risulterà di appena 600 euro, pari al 24% dell’ultimo reddito di 30.183,56 €''.

Dallo stesso dipartimento una denuncia collettiva sulla situazione lavorativa degli infermieri in Italia: ''Sono costretti ad aprirsi una partita Iva e vengono assunti tramite agenzie interinali o cooperative. In questi giorni di emergenza di coronavirus alcuni infermieri ci hanno segnalato assunzioni nelle zone rosse a 25 euro nei reparti di rianimazione come liberi professionisti''.

I farmacisti chiedono invece, anche attraverso una interrogazione parlamentare, l'abolizione dell'obbligo di iscrizione all'Enpaf con queste richieste: ''iscrizione ENPAF facoltativa per i farmacisti dipendenti che già possiedono altra previdenza obbligatoria e per i disoccupati iscritti all’albo. Possibilità di restituzione dei contributi previdenziali ENPAF per quei farmacisti che, avendo altra previdenza obbligatoria, opteranno per la cancellazione da ENPAF, nonchè di quelli silenti. Contribuzione ENPAF legata al reddito e non più a quota fissa per i farmacisti liberi professionisti che hanno questo ente come previdenza di primo pilastro.