In Italia, se non si è milionari o ereditieri, si apre un'impresa indebitandosi subito, con loStato e con le banche. Basta avere un'idea imprenditoriale pervedersi inabissati di scadenze fiscali. È normale chiedere ancorprima di lasciar aprire la saracinesca, le anticipazioni fiscali? Da noi è unfenomeno consolidato.

Lavoro e previdenza le voci che piùdi tutte pesano sui bilanci delle piccole imprese, tra assunzioni ecessazioni lavoro, dati contributivi, retribuzioni e liquidazioni. Lasicurezza sul posto di lavoro diventa spesso solo una questione burocratica e dicosti insostenibili, tutti a carico del datore del lavoro.

Bastavedere quante società offrono pacchetti all inclusive anche online.Inoltre bisogna avere una documentazione per la gestione dei rifiuti,delle fogne e per le emissioni in atmosfera, quando sulla cronaca,per grave inquinamento, ci finiscono sempre e solo le grandimultinazionali: quelle che più di tutte andrebbero controllate.

Le dichiarazioni dei sostituti di imposta, l'anticipoIva e ancora voci assurde come la tutela del paesaggio, dei beniculturali: ma di cosa parliamo? Parliamo dei costi assurdi sostenutida queste piccole aziende, costi che superano il 69% degli utili.Facile allora finire sulla torre e dover decidere se buttare nelvuoto gli stipendi dei propri impiegati o le imposte.

O ancormeglio, sentirsi gridar '' alt! Chi va la! '' mentre si tenta dientrar nel recinto istituzionale per chiedere un sostegno, un aiuto,anche solo un consiglio. Cosa fare quindi? Quando si è uomini dicoscienza e soprattutto onesti, il dilemma se è meglio pagare leimposte o gli stipendi, di questi tempi assale facilmente.

Una doppialama considerato che saltare questo pagamento o l'altro apre le porteal fallimento lavorativo. L'associazione Federcontribuenti staraccogliendo le testimonianze di questi imprenditori che si trovanodi colpo a dover sciogliere tale dilemma: o la borsa o la vita.

La minaccia la pone lo Stato, nellaborsa ci sono gli utili dell'azienda: un bottino magro.

I costi dellavoro, le anticipazioni fiscali, le mancate detrazioni, tutto pesasugli utili e vedersi a fine mese con in cassa solo il giusto perpagare gli stipendi o le tasse è ormai una prassi. Molti scelgono dipagare gli stipendi anziché le imposte, magari salvando qualche europer se e la propria famiglia. Non si parla di big della finanza, diamministratori delegati con ville, velieri e con un parco macchine ditutto rispetto. Parliamo di piccoli imprenditori con qualche operaio.

Imprenditori con la ghigliottina fiscale sulla testa, che ogni giornopende sempre più vicina alle loro teste. Le notizie sulle decisioni di eliminare le detrazioni o diabbassarle ulteriormente vanno inoltre lette come un aumento della pressionefiscale, in quanto tutto ciò che non si può detrarre si deve dare,sempre allo Stato.

In tutti gli altri Paesi europei le aziendedetraggono gli investimenti, il necessario per lavorare, hanno unapressione fiscale ben più bassa, per questo non chiudono, anziproducono ed assumono.

Tutti chiamati a pagare come se si possedesseuna Ferrari, invece in garage si ha un macinino arrugginito. Le tasseriscosse non coincidono affatto con i servizi resi. Si precisa agliimprenditori alle prese con il dilemma "la borsa o la vita", che leloro testimonianze saranno raccolte e gestite nella più sicuraanonimia. Tuttavia senza alzare la voce, senza trovare il coraggio dimettersi in trincea, le parole resteranno tali e il sistema anche.