"I lavoratori che non posso richiedere la normale cassa integrazione dovranno tirare la cinghia per altri 40 giorni prima di vedere un po' di quattrini". È quanto si legge in un articolo sulla cassa integrazione in deroga pubblicato sull'edizione del 23 aprile de Il Fatto Quotidiano. Da diverse settimane i lavoratori costretti a restare a casa attendono di conoscere quando vedranno sul proprio conto corrente un bonifico determinato dall'effetto del decreto 'cura Italia' che ha esteso il sussidio anche ai dipendenti delle imprese che non ne avrebbero avuto diritto in un momento ordinario.
Alla base dei ritardi potrebbero esserci i tempi tecnici dei passaggi che, per essere portati a compimento, necessiteranno delle intermediazioni delle regioni che, in alcuni casi, non si sono mostrate particolarmente reattive nell'inoltrare le richieste. Non per tutti, ma forse per molti, potrebbe essere necessario aspettare fine maggio per ricevere le somme spettanti.
C'è differenza tra cassa integrazione ordinaria ed in deroga
La cassa integrazione ordinaria coinvolge circa 4 milioni di lavoratori. 2,8 milioni hanno già ricevuto il primo bonifico grazie al pagamento a conguaglio fatto con l'anticipo delle aziende, gli altri dovrebbero riceverlo entro il 30 aprile come annunciato dal Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.
Diversa è, invece, la questione per quanti dovranno beneficiare della cassa integrazione in deroga. Essa viene concessa anche a dipendenti di aziende con meno di cinque dipendenti e rappresenta una misura straordinaria disposta per il momento di straordinaria emergenza sanitaria ed economica. Riguarda tre milioni di persone che, nel titolo dell'articolo de Il Fatto Quotidiano, vengono definiti come i "dimenticati" e "a secco".
In alcuni casi, per loro, il pagamento alla fine sarà arrivato tre mesi dopo l'annuncio del decreto cura Italia arrivato lo scorso 16 marzo. Alla base dei ritardi ci sarebbe il problema di un passaggio in più prima di arrivare all'erogazione dell'Inps, ossia l'intermediazione delle Regioni.
In alcuni casi dai governi regionali le richieste sono partite in ritardo generando un effetto domino che porterà tanti lavoratori a maledire le lungaggini burocratiche. Le regioni più virtuose rispetto ai tempi, secondo i consulenti del lavoro, sarebbero state l'Emilia Romagna, il Veneto e le Marche.
Problemi nella messa in azione della convenzione Abi - Inps
Per alleviare le sofferenze economiche di coloro i quali sono rimasti senza stipendio si è arrivati alla convenzione tra Inps e l'Associazione bancaria italiana. Le banche si impegnano ad anticipare 1400 euro ai lavoratori a titolo di credito, senza interessi ed in attesa dello sblocco della cassa integrazione in deroga. Secondo le prime notizie, però, solo a un migliaio di lavoratori sarebbero arrivati i soldi. L'inghippo starebbe nel fatto che gli istituti bancari richiederebbero un documento che l'Inps riuscirebbe a produrre soltanto dopo l'autorizzazione della cassa integrazione in deroga.