Continua a far discutere l'ormai famoso bonus 600 euro, nome convenzionale con cui si identifica l'indennità riservata ad autonomi e partite Iva disposto dal decreto 'Cura Italia'. Arriva da Genova la notizia che una giovane architetta poco più che trentenne si è vista negare il beneficio, poiché titolare di un trattamento pensionistico di reversibilità, seppur con cifre assai esigue. Tuttavia, l'ordine di categoria si è mosso affinché si arrivi a mettere una pezza a ciò che ha definito una "stupida distorsione burocratica". Ad approfondire la vicenda è stata Repubblica nella sua edizione on line.

600 euro: indennità prevista dal 'Cura Italia'

Il decreto 'Cura Italia' è stato partorito per fronteggiare la crisi economica determinata dall'emergenza sanitaria, sostenendo concretamente chi ne ha bisogno. Lo scopo cozza in maniera evidente con il diniego al bonus avuto dall'architetta ligure protagonista della vicenda. La richiesta fatta all'Inarcassa, cassa di categoria, è stata respinta poiché la richiedente risulta titolare di un trattamento pensionistico. Tutto vero, ma la beffa si configura nelle cifre. La giovane vedova percepisce un trattamento di reversibilità che si concretizza in 31,7 euro lordi al mese a cui si aggiungono i 10,5 euro che spettano al figlio neonato.

Tanto per dare l'idea del paradosso, si può porre un esempio limite.

Con il marito ancora vivente e probabilmente con un altro reddito in famiglia, ma senza la reversibilità di 40 euro, avrebbe avuto automaticamente diritto al bonus considerato che sarebbe rientrata nei parametri che prevedono il diritto all'indennità per chi ha avuto un reddito al di sotto dei 35.000 euro.

Niente da fare, al momento, per chi già ha una pensione

La donna che, suo malgrado si è trovata vittima di un problema burocratico, ha provato a sensibilizzare gli enti coinvolti. L'Inarcassa ha precisato a Repubblica che la questione, stando alle norme, non può essere sbloccata poiché, il bonus 600 euro viene negato a chi percepisce già un trattamento pensionistico, indipendentemente da quelli che sono i parametri economici dell'assegno.

Secondo quanto riportato da Repubblica, l'Ordine degli Architetti di Genova ha scelto, perciò, di muoversi per provare a fare qualcosa contro ciò che diventa un problema per le condizioni socio-economiche di una famiglia composta da una giovane mamma, impossibilitata a lavorare dalle contingenze, e da un bimbo appena nato. C'è contezza che questo potrebbe non essere l'unico caso paradossale al momento in Italia. Il fatto che, però, molti dei decreti siano stati scritti in poco tempo e la consapevolezza di ciò da parte delle istituzioni, autorizzano, però, a credere che attraverso nuove disposizioni possano arrivare correzioni a situazioni che rischiano di apparire ingiuste sotto il profilo sociale.